La disfunzione erettile è un campanello d’allarme, ma lo specialista può aiutare a risolvere il problema. Ottenere e mantenere una valida erezione, infatti, è lo specchio di un buono stato di salute generale sia fisica che psichica.
Niente paura, dunque, ma quando è presente una disfunzione erettiva, bisogna sempre recarsi dal proprio medico di medicina generale per testare lo stato generale di salute.
Cos’è la disfunzione erettile?
La Disfunzione Erettile (DE), ovvero l’incapacità di ottenere e mantenere un’erezione valida per un rapporto sessuale completo e soddisfacente, non è solo un problema sessuale, ma un importante campanello d’allarme di altra condizioni patologiche come: diabete, ipertensione, sindrome metabolica o problemi di natura cardiovascolare maggiori.
Basti pensare che le arterie che vanno al pene hanno lo stesso calibro delle arterie coronarie, per cui l’insorgenza di disfunzione erettiva repentina, causata da totale o parziale ostruzione arteriosa peniena, può essere prodromica di ostruzione arteriosa totale o parziale a livello coronarico causando danni cardiaci.
Sono circa 3.000.000 i pazienti affetti da questo tipo di disturbo, sebbene in questo numero non sono considerati tutti quegli uomini che per paura, timidezza, retaggio culturale non ammettono la problematica e non ne parlano con uno specialista.
Le possibilità terapeutiche
Ad oggi ancora non è standardizzato un protocollo di prevenzione o diagnosi precoce di questa malattia a causa della reticenza del maschio all’esposizione del problema, tuttavia esiste un’ampia gamma di possibilità terapeutiche sia mediche (quindi molto poco invasive) sia chirurgiche (più invasive e complesse) che possono portare a totale risoluzione del problema, restituendo al paziente una vita sessuale normale.
E' ora di superare il tabù di non sentirsi meno uomini o meno virili, ma di rivolgersi ad uno specialista Uro-Andrologo esperto in materia che possa restiturie una vita sessuale valida e attiva
LA MALATTIA DI LAPEYRONIE O INDURATIO PENIS PLASTICA (IPP), un po’ di chiarezza nelle scelte terapeutiche non chirurgiche
La IPP si sviluppa spesso in maniera subdola, iniziando con un ispessimento di una o più zone della tunica albuginea fino ad arrivare ad una placca calcifica, dura, nella parte interessata, che porta a una curvatura del pene più o meno importante che talvolta impedisce anche la penetrazione, con associate difficoltà erettive ed erezioni dolorose.
Questa malattia può causare deformità a vari livelli del pene essa (curvature verso l’alto, laterali a destra o sinistra; restringimenti con il tipico aspetto a clessidra; accorciamenti).
La malattia ha una fase attiva di durata variabile, caratterizzata da alcuni sintomi come dolore all’ erezione, insorgenza della curvatura, progressiva disfunzione erettile, con conseguenti difficoltà durante il rapporto sessuale sia dovute alla mancanza totale o parziale dell’erezione sia dovute alla curvatura che talvolta po’ anche essere tale da non consentire affatto la penetrazione: Dolori all’erezione, Diminuzione progressiva della qualità erettivA, Insorgenza di curvatura o di restringimento a livello dell’asta.
La fibrosi ed eventualmente la placca si possono sviluppare in tutte le zone del pene:
In caso di placca dorsale si avrà una curvatura dorsale (Verso l’alto)
In caso di placca ventrale si avrà curvatura ventrale (Vero il basso)
In caso di placca laterale destra o sinistra si avrà curvatura laterale destra o sinistra.
La curvatura nei casi più gravi può essere superiore ai 90° oppure essere combinata, nel caso ci siano una o più placche in contemporanea portano curvature ancora più complesse.
Nei casi più severi il dolore e la curvatura provocano estremo disagio fino alla completa impossibilità di poter svolgere rapporti sessuali. Inoltre la presenza di placche calcifiche a livello del pene può interferire sia con l’afflusso di sangue sia con il normale meccanismo di occlusione venosa del pene dando luogo a disfunzione erettile (impotenza).
Diagnosi
Accurato esame clinico: L’andrologo palpa tutto il decorso dei corpi cavernosi andando ad individuare il numero di aree fibrose/placche, la zona di insorgenza e la consistenza (fibrosa o dura)Ecodoppler penieno basale e dinamico: L’esame è in alcuni casi un possibile completamento diagnostico può fornire indicazioni sullo spessore della placca sull’eventuale coinvolgimento del setto intercavernoso e, dopo stimolazione farmacologica dell’erezione anche sulla possibile concomitanza di disfunzione erettiva.
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