J. S: BACH: Aria dalla Cantata BWV 36 "die Liebe zieht mit sanften Schritten" per Tenore, oboe d'amore e organo.
Ensemble SANS SOUCI:
Roberto COZZARIN: tenore
Giuseppe NALIN: oboe d'amore
Roberto SQUILLACI: organo
TESTO DELL' ARIA:
L'amore attira a sé dolcemente
e gradualmente il suo amato.
Come una sposa è incantata
alla vista del suo sposo,
così il cuore segue Gesù.
Nel catalogo delle opere di Bach, il capitolo delle Cantate non è solo il più ricco, ma anche il più rivelatore e il più intricato. Ricco per la quantità e la varietà delle composizioni che ci sono pervenute: oltre duecento Cantate sacre e circa trenta profane. Rivelatore per i metodi che Bach affinò soprattutto allo scopo di far fronte all'intenso ritmo produttivo che gli veniva richiesto: negli anni trascorsi a Lipsia, per fare un esempio, il suo contratto con la cantoria di San Tommaso prevedeva che egli preparasse circa sessanta Cantate l'anno. Intricato, infine, per la difficoltà di ricostruire la genesi delle singole opere e per l'impossibilità di valutare in maniera realistica la frequenza con la quale Bach riutilizzava in ambito sacro i materiali delle Cantate profane, e viceversa: per comprendere quanto lacunose siano le nostre informazioni a riguardo basterà ricordare che la maggior parte delle Cantate profane è andata perduta e che identico destino, nonostante la quantità di opere in nostro possesso, è stato seguito da circa il quaranta per cento della sua produzione sacra.
L'esperienza compiuta accanto a Buxtehude servì al giovane Bach soprattutto per la tecnica dell'orchestrazione, per la capacità di usare in funzione espressiva i rapporti fra le diverse famiglie strumentali, per la facilità nel conferire un senso drammatico all'alternanza di pagine corali e passaggi solistici. Con un incessante lavoro di elaborazione e perfezionamento, tuttavia, Bach trasformò la Cantata in un organismo sempre più plastico e versatile, tale da assorbire e metabolizzare in una forma coerente fonti musicali e stilistiche anche molto lontane fra loro.
In molti casi la Cantata bachiana recupera linguaggi arcaicizzanti, è scandita da fraseggi duri, da melodie di mistica asciuttezza o da trame polifoniche al limite dell'esoterismo. Parallelamente, Bach introduce nella Cantata le movenze più aggiornate della musica profana, come si vede dal frequente uso di ritmi di danza oppure dal taglio galante delle arie solistiche, dai duetti, dall'impostazione operistica che queste pagine spesso condividono con i recitativi.
Alla festività della prima domenica di Avvento Bach destinò in tutto tre Cantate. Il tono festoso dell'occasione liturgica gli consentì almeno in un caso di valersi di materiale profano nella composizione.
Della Cantata BWV 36 possiamo infatti distinguere ben cinque stesure successive, tre profane e due sacre.
La sua composizione risale probabilmente al 1725. Il 30 novembre 1726 Bach riutilizza la musica di questa prima Cantata per festeggiare un altro compleanno, quello della principessa Charlotte Friederica Wilhelmine di Anhalt-Köthen (Cantata BWV 36a). La tecnica della parodia consentì successivamente a Bach di ottenere, con l'inserzione di alcune modifiche, la partitura di due Cantate sacre pressoché identiche, entrambe indicate nel catalogo con il numero BWV 36, una delle quali soltanto (l'unica che ci è giunta autografa) venne eseguita per l'Avvento, il 2 dicembre 1731. Nel 1735, qualche ritocco ancora l'avrebbe di nuovo adattata a un festeggiamento mondano, quello di un amico della famiglia Bach, il giurista Johann Florens Rivinus, nominato rettore dell'Università di Lipsia
L’aria che abbiamo eseguito in questo video, è praticamente il quinto numero o movimento della cantata 36 ed in essa Bach fa dialogare il suono morbido e pastorale dell’ oboe d’amore che si alterna alla voce del tenore accompagnati dal basso dell’organo.
La tessitura vocale è alquanto impervia, mentre la parte dell’oboe d’amore, strumento traspositore intonato una terza inferiore rispetto all’oboe qui impiegato da Bach a differenza di altri compositori coevi, in modo assai ampio anche in molte altre cantate, oltre a imitare i melismi della voce tenorile, spazia su tutta la tessitura possibile dello strumento toccando la nota più alta corrispondente ad un Fa acuto fino a quella più bassa ovvero il Mi del primo rigo.
Buona visione!
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