I cinque dell'Adamello (1954), di Pino Mercanti, con Fausto Tozzi, Nadia Gray, Saro Urzi'.

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"I cinque dell'Adamello" fu girato a Edolo (alta Val Camonica) dal regista e sceneggiatore palermitano Pino Mercanti, bravo artigiano del cinema di consumo ma gia' noto per aver fondato nel primo dopoguerra la O.F.S. (Organizzazione Filmistica Siciliana). Delle intenzioni veriste e verghiane di quel progetto avevano fatto fede film come "Malacarne" (1946) e "I cavalieri dalle maschere nere" (1948). Ma "I cinque dell'Adamello" era un progetto diverso, nato dall'intento di raccontare ai piu' le vicende belliche di un gruppo di Alpini, formato da individui di diversa estrazione sociale e persino diversa connotazione politica. Il progetto, sicuramente costruito come prodotto di facile consumo nell'industria popolare cinematografica degli anni Cinquanta, riesce in parte. Buona la fotografia e l'ambientazione montana, bravi gli attori impegnati, un po' meno riuscita la sceneggiatura, che prende spunto da un vero ritrovamento di alcuni Alpini caduti nella Prima Guerra avvenuto nel 1952. Resta comunque un buon esempio di narrazione cinematografica, che tenta di fotografare, con realismo sentimentale certo, la vita deigli Alpini durante il primo conflitto, senza scadere in eccessi tardo-patriottici. Quella che segue e' una ulteriore recensione. Buona Visione!
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"Archeologia del cinema italiano di margine. I cinque dell’Adamello, poco visto già alla sua uscita (era il 1954), è stato recuperato negli anni scorsi e rimesso in circolo al Festival triestino I mille occhi – manifestazione utracinefila che si sta ritagliando uno spazio sempre più decisivo – e da una rassegna a Palazzo Cusani a Milano sul cinema della Grande Guerra cuata da Maurizio Cabona. Dunque, quello di stasera su Iris è un appuntamento importante per cinefili e altri arditi esploratori delle nicchie del nostro cinema. Di un regista appartato come Pino Mercanti, I cinque dell’Adamello, nel ricordare quel conflitto, cerca di restituirne un ritratto non celebrativo e non piattamente patriottardo raccontando attraverso i suoi protagonisti posizioni e opinioni diverse, dall’interventismo al neutralismo. In stili e modi che si collocano tra il neorealismo allora riferimento ineludibile e la grande narrazione popolar-melodrammatica. Cinque alpini sull’Adamello, fronte italiano, alta Val Camonica, tra freddo e neve, a resistere contro gli Austriaci e contenerli in una defatigante guerra di posizione. Ognuno rievoca la propria vita, e come è finito lassù in trincea. Ne esce un quadro assai variegato dell’Italia prebellica e in guerra. Finiranno travolti da una valanga, e i loro corpi riapparirano, perfettamente conservati, molti decenni dopo. A partecipare alla spedizione andata in cerca dei corpi anche un giornalista socialisteggiante e antibellicista, figlio di uno dei cinque scomparsi. Ma ci sarà un colpo di scena. Nel cast nomi noti come Fausto Tozzi, Saro Urzì e Nadia Gray. Più due divi della canzone di allora prestati al cinema, Teddy Reno e Carla Boni, il che aggiunge un’aura stracultistica al film."
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