Ep. 242 - Papale papale -"Rifugiati"

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Giovanni Paolo II, discorso ai partecipanti al Congresso mondiale della pastorale per i migranti e i rifugiati 5 ottobre 1991
La Chiesa guarda ai Migranti e ai Rifugiati con attenzione particolare. Essa fa eco, con accentuazioni cariche di materna sollecitudine, al messaggio sempre attuale di Cristo, esule e rifugiato, che proclama: “Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25, 35).
Molto resta da fare, soprattutto nei confronti di alcune situazioni che ai nostri giorni spingono sulle strade dell’esodo decine di milioni di uomini. Essi non emigrano per una libera scelta, ma spesso sotto la spinta della fame e pressati da condizioni di vita subumane; emigrano, talora, per sfuggire a dure persecuzioni a motivo delle convinzioni politiche o religiose.
Inoltre, taluni fenomeni migratori dal Sud verso il Nord e dall’Est verso l’Ovest non solo non rimediano alle situazioni di povertà dei Paesi di origine, ma rischiano di creare nuovi problemi nelle Nazioni di immigrazione, cosicché la mappa geografica della povertà, intrecciata con quella delle migrazioni, va sempre più dilatandosi.
Benedetto XVI, discorso ai partecipanti al Congresso mondiale della pastorale per i migranti e i rifugiati 9 novembre 2009
La condizione dei migranti, ed ancor più quella dei rifugiati, richiama alla mente, in un certo modo, la vicenda dell’antico popolo biblico che, in fuga dalla schiavitù dell’Egitto con il sogno nel cuore della terra promessa, attraversò il Mar Rosso e, anziché giungere subito alla meta desiderata, dovette affrontare le asperità del deserto. Oggi, molti migranti abbandonano il loro Paese per sfuggire a condizioni di vita umanamente inaccettabili senza però trovare altrove l’accoglienza che speravano. Di fronte a situazioni così complesse, come non fermarsi a riflettere sulle conseguenze di una società basata fondamentalmente sul mero sviluppo materiale? Nell’Enciclica Caritas in veritate notavo che vero sviluppo è solo quello integrale, quello cioè che interessa ogni uomo e tutto l’uomo.
Francesco, videomessaggio in occasione dell’anniversario del Centro Astalli per i rifugiati 19 aprile 2016
Occorre continuare con coraggio: «Ero forestiero e mi avete accolto» (cfr Mt 25,35)
Ero forestiero... Ognuno di voi, rifugiati che bussate alle nostre porte ha il volto di Dio, è carne di Cristo. La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito. Chi come voi è fuggito dalla propria terra a causa dell’oppressione, della guerra, di una natura sfigurata dall’inquinamento e dalla desertificazione, o dell’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, è un fratello con cui dividere il pane, la casa, la vita.
Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede. 
Pio XII, discorso a profughi e rifugiati 12 marzo 1944
O Figlio del Padre celeste, sapienza divina, che dirigi il corso dei secoli e la successione dei popoli, comanda alle tempeste e alle bufere, che turbano la tranquillità del genere umano da Te redento: sta con noi miseri e infelici; opera e vivi con noi, affinché noi viviamo in Te, e Tu sii in ogni momento il nostro sostegno, la nostra consolazione, la nostra grazia, la nostra virtù, la nostra giustificazione e il nostro perdono in tutti i falli che l’infermità umana può generare in noi.
Tu, che nelle braccia della Tua Santissima e dolcissima Madre Maria e sotto la vigile cura del Tuo castissimo Padre putativo Giuseppe, ancor tenero fanciullo volesti essere profugo, concedi a coloro, che oggi vagano randagi senza tetto, quella immutabile conformità al volere divino, che allora elevò e santificò le sofferenze del Tuo esilio e della Tua famiglia.

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