Il tumore della vescica: sintomi, prevenzione, fattori di rischio, cura e ricerca

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Ce ne parla il dott. Luca Carmignani, Responsabile dell'unità operativa di Urologia dell'IRCCS Policlinico San Donato di Milano.

La vescica è l’organo che ha il compito di raccogliere l’urina che viene filtrata dai reni, prima di essere eliminata dal corpo. Il tumore della vescica consiste nella trasformazione in senso maligno delle cellule che ne rivestono la superficie interna. Il tipo più frequente di tumore della vescica è il cosiddetto carcinoma a cellule di transizione che costituisce circa il 95% dei casi. Altri tipi di cancro alla vescica sono rappresentati dall’adenocarcinoma e dal carcinoma squamoso primitivo, ma sono decisamente meno frequenti.

Il tumore della vescica compare più frequentemente sulle pareti laterali dell’organo e ha un aspetto papillare (cioè come piccole escrescenza) nel 75% dei casi, oppure una forma piatta o nodulare. La distinzione tra il tumore maligno e il papilloma, che è invece un tumore scarsamente aggressivo, si basa sul numero di strati cellulari di cui è composta la formazione. Un’importante caratteristica di queste ultime forme, sia maligne sia benigne, è la tendenza a recidivare, cioè a riformarsi.


FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio che possono influire sullo sviluppo di questo cancro sono il fumo di sigaretta e l’esposizione prolungata a particolari composti chimici: coloranti derivati dall’anilina, amine aromatiche (circa il 25% di questi tumori è attualmente attribuibile ad esposizioni lavorative) e composti arsenicali (inquinanti dell’acqua potabile), classificati tra i cancerogeni di gruppo 1 dallo IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro) nel 2004. Al tabacco sono attribuiti i 2/3 del rischio complessivo nei maschi e 1/3 nelle femmine e il rischio dei fumatori di contrarre questo tumore è da 4 a 5 volte quello dei non fumatori e aumenta con la durata e l’intensità dell’esposizione al fumo.

Chemioterapia
Il trattamento chemioterapico prevede la somministrazione di farmaci, oralmente o per via endovenosa, al fine di distruggere le cellule tumorali che si sono sviluppate nella vescica e negli eventuali altri organi colpiti.

La chemioterapia può avere effetti collaterali, a volte anche importanti, tra questi nausea e vomito, perdita di appetito, perdita dei capelli, piaghe alla mucosa della bocca, suscettibilità alle infezioni (per mancanza di globuli bianchi), emorragie o ematomi frequenti (da mancanza di piastrine) e stanchezza o fiato corto (per riduzione dei globuli rossi). La maggior parte degli effetti collaterali scompaiono quando viene interrotto il trattamento.

Radioterapia
Questa tecnica utilizza radiazioni ad alta frequenza per demolire le cellule tumorali e ridurre le dimensioni del cancro. Questa strategia terapeutica può causare, a volte, effetti collaterali, quali:

arrossamento della pelle
nausea
fatigue

PREVENZIONE
Occorre mettere in atto misure di prevenzione legate alle abitudini di vita che consistono nell’abolizione del fumo, una dieta sana ed equilibrata e la prevenzione per i lavoratori a rischio. Molto importante praticare regolarmente attività fisica.

PREVENZIONE SECONDARIA: LO SCREENING
Non esistono segni o sintomi specifici delle neoplasie alla vescica che ne consentano una diagnosi precoce. Quello maggiormente riscontrato, l’ematuria (presenza di sangue nelle urine), è spesso comune anche alle più frequenti infezioni urinarie e ne presenta per la gran parte sintomi uguali. Il persistere o ripetersi di questo sintomo, in particolare se in persone a rischio (fumatori, esposizioni professionali) o con storia familiare positiva per tumori alla vescica, deve indurre il medico alla richiesta di esami come la cistoscopia di controllo associata a una citologia urinaria. In caso di negatività va considerata l’effettuazione di una ecografia o uro-TC delle alte vie urinarie. Se la malattia è avanzata possono associarsi disturbi specifici delle aree interessate dalla malattia e/o dolore.

QUANTO È DIFFUSO
Nel 2017 si sono registrati circa 26.600 casi (circa il 7% di tutte le nuove diagnosi), 21.000 tra gli uomini (occupa il quarto posto tra i tumori incidenti oltre i 50 anni) e 5.000 tra le donne. Negli ultimi anni la speranza di vita è migliorata e la sopravvivenza a cinque anni supera, in Italia, l'80 per cento dei casi.

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