Simone Carniglia: Correre le maratone (six majors) con il diabete

Oggi abbiamo con noi Simone Carniglia, un maratoneta di 36 anni che è un vero esempio di determinazione e resilienza. A soli 12 anni, nel 1999, a Simone è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 (T1D). Nonostante la diagnosi, ha continuato a praticare sport di squadra per il puro divertimento e per mantenere sotto controllo la sua condizione. Purtroppo, un infortunio nel 2017 lo ha costretto a una pausa.

Durante mesi di inattività, Simone ha guadagnato molto peso, superando i 120 kg, e il suo controllo del diabete non era più efficiente come in precedenza. Tuttavia, nel 2018, l'amore per lo sport lo ha riportato in pista. Invitato da amici a partecipare a una gara di 10 km, Simone ha accettato, riscoprendo il suo amore per la corsa.

Sempre stato un fan di Stefano Baldini, maratoneta italiano medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene 2004, Simone ha deciso di sfidarsi in una maratona. Dopo aver perso oltre 45 kg di peso, nel 2019 ha corso la sua prima maratona a Milano, con un tempo di 3:28:59. Nel novembre dello stesso anno, ha completato la Maratona di Firenze in meno di 3 ore.

Il suo obiettivo successivo era completare le 6 maratone più importanti del mondo, le 6 Marathon Majors (Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago e New York), ma la pandemia di Covid ha ritardato i suoi piani. Tuttavia, Simone non si è lasciato fermare e ha continuato a allenarsi incessantemente, riuscendo a correre 10 maratone, di cui 4 Major.

Nell'autunno 2023, Simone si prefigge di correre le restanti due Major: Berlino il 24 settembre e New York il 5 novembre. E ha un obiettivo ambizioso: vuole correre tutte e 6 le Majors sotto le 2:45, e possibilmente con un tempo medio inferiore alle 2:40!

Il suo tempo medio attuale è di 2:39:58, e se riuscisse a mantenere queste prestazioni, Simone potrebbe diventare il "Maratoneta Diabetico che ha concluso più velocemente le 6 Majors".

Tutto ciò rappresenta una sfida enorme, considerando le difficoltà che un diabetico deve affrontare durante una maratona: monitorare costantemente i livelli di zucchero nel sangue, prevenire la disidratazione e i crampi, e gestire un corpo che non produce più insulina, l'ormone essenziale per trasformare il cibo in energia.

Ma Simone non si fa intimidire. Si è qualificato alle maratone di Berlino e New York con i propri risultati, non cercando ammissione tramite beneficenza. Sta invece raccogliendo fondi per JDRF, la più grande organizzazione al mondo che finanzia la ricerca per una cura al T1D. Simone crede nella loro visione di un mondo senza Diabete di Tipo 1 e spera di contribuire a realizzare questo sogno con la sua corsa.

Link utili:

Aiuta la causa di Simone, donando qui:
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Buona visione.

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