Biblioteche d'Italia | Biblioteca Nazionale di Napoli

La Biblioteca Nazionale di Napoli è protagonista della nuova tappa di #bibliotecheditalia, il viaggio del Ministero della Cultura con L'agenzia di Stampa Dire alla scoperta dei tesori del patrimonio librario italiano.

Nata alla fine del XVIII secolo nel Palazzo degli Studi, attuale sede del Museo Archeologico di Napoli, viene dichiarata Biblioteca Nazionale nel 1860 mentre nel 1927 inaugura la prima sede a Palazzo Reale.

La raccolta libraria inizia grazie a Carlo di Borbone che nel 1735 arriva a Napoli dal Ducato di Parma e Piacenza, portando con sé la biblioteca della madre, Elisabetta Farnese, a sua volta ereditata da Alessandro Farnese.

A oggi la Biblioteca conserva un patrimonio di oltre due milioni e mezzo di documenti, dagli autografi di Giacomo Leopardi ai papiri ercolanesi, dai fondi dedicati al teatro napoletano ai manoscritti miniati.

«Il tesoro dei Farnese è ricchissimo di manoscritti. Come La Flora, un codice che deve il suo nome alla grande presenza di fiori e frutti. È un'opera d'arte», afferma la Direttrice, «sia per la legatura, sia per le miniature».

Ma i punti di forza della Biblioteca, intitolata a Vittorio Emanuele III, sono anche gli autografi leopardiani e i papiri ercolanesi. Gli autografi e i manoscritti di Leopardi vennero donati alla Biblioteca da Antonio Ranieri, amico del poeta, e quasi tutti sono stati digitalizzati. «È il segno della nostra doppia vocazione, ancorata alla tutela dei testi, ma spinta verso il futuro, grazie alla rete e alle nuove tecnologie», sottolinea la Direttrice.

I papiri ercolanesi provengono invece da una ricerca archeologica avvenuta verso la metà del 1700 e che ha portato alla luce numerosi papiri che facevano parte della biblioteca di filosofia di Ercolano. I rotoli hanno restituito testi greci di enorme importanza, come 'Sulla natura' opera cardine del filosofo Epicuro, e il corpus delle opere di Filodemo di Gadara, cui si deve probabilmente la formazione della biblioteca.

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