La chimica della nicotina: come funziona e perché evitarla - Marco Martinelli

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La nicotina è il composto principale della pianta del tabacco. È presente in tutte le parti della pianta, ma è particolarmente concentrata nelle foglie che vengono essiccate, trattate e invecchiate. La nicotina è una potente neurotossina con una particolare specificità per gli insetti e quindi, in passato, è stata usata nella formulazione di vari insetticidi.

A basse concentrazioni nei mammiferi ha un effetto stimolante ed è uno dei principali fattori responsabili della dipendenza dal fumo di tabacco. Benché la nicotina venga inalata tramite il fumo in piccole dosi, poiché la maggior parte della sostanza viene distrutta dal calore, questa quantità è comunque sufficiente a creare la dipendenza. Oggi, dopo il caffè, il tabacco è la sostanza psicoattiva legale più usata al mondo.

L’azione della nicotina interessa quasi tutto l’organismo e ha come bersaglio principale il recettore nicotinico (molto diffuso) e presente nel sistema nervoso centrale (con ampia diffusione), in quello periferico (nei gangli simpatici e parasimpatici) e nei muscoli (nelle giunzioni neuromuscolari).

La nicotina agisce principalmente su un tipo particolare di recettore nicotinico e determina l’eccitazione dei neuroni e un aumento del rilascio di molti neurotrasmettitori.

Oltre a tali azioni, con l’uso continuo, la nicotina desensibilizza questi recettori imponendo lo sviluppo di tolleranza con riduzione degli effetti.

La nicotina con il fumo giunge rapidissimamente a livello cerebrale. Gli effetti ricercati dal fumatore sono costituiti principalmente dall’aumento del senso di piacere, da un minore stato d’ansia, da uno stato di rilassamento vigile. Immediatamente dopo l’introito di nicotina, si registra la stimolazione delle ghiandole midollari che secernono adrenalina che, a sua volta, stimola l’organismo e causa immediato rilascio di glucosio, aumento della pressione sanguigna, della respirazione e della frequenza cardiaca.

Gli effetti «calmanti» della nicotina riportati dai fumatori sono dovuti sia a un effetto diretto di sedazione della sostanza quanto al fatto che, fumando, si riducono gli effetti della possibile astinenza. A questi si associano riduzione della fame, del gusto e dell’odorato.

Le funzioni più alte a livello cerebrale (i processi cognitivi) vengono influenzate dalla nicotina a seconda delle circostanze. I fumatori riportano che quando sono tesi il fumo li calma e quando affaticati o sonnolenti il fumo li sveglia e le registrazioni all’elettroencefalogramma confermano la vasodilatazione, che favorisce un maggior afflusso di sangue e quindi un aumento dell’attività cerebrale.

La nicotina migliora la concentrazione e l’apprendimento (aumento di acetilcolina), l’attenzione e la vigilanza (aumento di acetilcolina e noradrenalina), riduce il dolore (aumento di acetilcolina e beta-endorfine), l’ansia (aumento di beta-endorfine) induce una sensazione di piacere (aumento di dopamina), stimola la respirazione.

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