I sistemi elettorali all'estero: la Francia

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Gabriele Maestri (dottorando in Teoria dello Stato -- Università di Roma «La Sapienza») per INSIEME per il PD - www.insiemeperilpd.it

Il sistema elettorale in Francia prevede una formula maggioritaria uninominale a doppio turno: esso viene usato per eleggere i 577 membri dell'Assemblea Nazionale poche settimane dopo le elezioni presidenziali (mentre il senato non è eletto direttamente dal popolo).
In ciascuno dei 577 collegi, al primo turno il candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti per aggiudicarsi il seggio. Se nessuno ci riesce, è previsto un secondo turno, cui partecipano i candidati che abbiano ottenuto almeno il 12,5%, calcolato però su tutti gli elettori chiamati al voto, a prescindere dal numero effettivo dei votanti: normalmente gli sfidanti al secondo turno sono due, anche se in teoria possono essere di più, anche 4 o 5.
L'applicazione di questo sistema favorisce indubbiamente i partiti maggiori, che in Francia sono il Partito socialista e l'Ump (Unione per un movimento popolare), ossia i neogollisti di destra; c'è comunque spazio per partiti di media dimensione (come i centristi del Movimento democratico, il Fronte nazionale di Le Pen, i verdi e i comunisti); un'altra decina di partiti non ha quasi possibilità di ottenere risultati utili a livello nazionale.

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