I foconi del Venerdì Santo di Subiaco

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Rispettando un'antica tradizione , i giovani di Subiaco (RM) alcuni giorni prima della processione serale del Venerdì Santo si adoperano per raccogliere quantità considerevoli di fascine , da ardere come falò nelle piazzette del paese durante il passaggio del Cristo morto e dell'Addolorata . Oggi il loro trasporto dalle vicine campagne del paese avviene con l'impiego di camioncini e rispetto al passato si è ridotto il numero dei fuochi cerimoniali, che per motivi di sicurezza devono essere anche di dimensioni contenute . Un tempo , invece , ogni rione si indaffarava per comporre il focone più grande , perché tra i quartieri si istaurava una vera e propria competizione . L' usanza, al di là di un' apparente azione ludica, ormai perduta , conservava profondi significati, collegati ad antiche credenze contadine, secondo cui fin dove arrivava la luce dei fuochi i campi erano fertili e le case su cui giungeva il loro riverbero erano immuni da calamità e malattie. Dall'altezza delle fiamme dipendevano la prosperità e la tutela della casa e ad esse si attribuivano anche funzioni purificatorie . L'inserimento dei foconi nel corteo processionale è cosa antica e si è potuto mantenere fino ad oggi , con ogni probabilità anche per la suggestiva atmosfera che aggiunge pathos alla mesta celebrazione religiosa , particolarmente sentita e partecipata dai sublacensi.

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