Willie King Live In Italy 25/06/2007

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25 giugno 2007 - PERO (MI) Per un colpo di fortuna e soprattutto per la generosità di qualcuno, è stato possibile incontrare Willie King, (chi sarà mai costui?) alle prese con il suo tour europeo: l'evento improvviso è capitato alle porte di Milano, per la precisione a Pero. Dopo la sua apparizione al Rootsway Roots'n'Blues & Food Festival, il migliore blues festival della penisola, Willie King e i suoi Liberators si sono concessi per una impressionante esibizione al pubblico milanese e per un lunedì da non dimenticare.
Willie King, classe '43, nato nel Mississippi, proviene da una zona rurale dell'Alabama ed è cresciuto lavorando nelle piantagioni di cotone; ha iniziato a suonare la chitarra a sette anni appassionandosi al blues attraverso la musica di Muddy Waters, Lightnin' Hopkins, John Lee Hooker e in modo particolare di Howlin' Wolf, di cui spesso la sua voce ne acquista le cavernose sfumature. Le sue canzoni trasferiscono un messaggio di pace e di rispetto, impegno sociale che Willie King ha pienamente sposato nella sua vita anche attraverso la fondazione di un'associazione l'"Alabama Blues Project", che oltre ad essere impegnata per la tutela degli anziani di origine afro-americana, si batte per la diffusione del Blues e del Gospel affinché, come sostiene lo stesso King, "essi possano in tal modo possedere qualcosa di proprio". Rintracciato dal noto scrittore Peter Guralnick, Willie King ha preso anche parte alla pellicola "Feel Like Going Home" di Martin Scorsese e ha all'attivo sei album e un dvd, un documentario di quasi due ore di grande presa.
Willie King non adora andarsene in giro fuori dagli Stati Uniti, di solito preferisce suonare ogni domenica al Bettie's Place, un rozzo juke joint a Freedom Creek in Alabama (oggi pare si suoni purtroppo dell'Hip-hop per via di un cambio di gestione). Presentazione doverosa per un artista di spessore e di grande sensibilità che produce il suo genuino blues, figlio dei grandi maestri, suonato con il cuore antico di una volta insieme ai Liberators, che lo seguono a pennello e lo accompagnano fedelmente, nel dettaglio ne fanno parte il tonico batterista Willie James, Debbie Bond, voce e chitarra e Rich Asherson, tastiere, basso e armonica.
Ritrovarsi Willie King sul palco è comunque notevolmente differente rispetto ai lavori apprezzati in studio: lui canta, suona la chitarra senza mai affidarsi a rifacimenti scontati, ma ad un modo del tutto personale, e poi interagisce con il pubblico, si diverte muovendo il bacino e spostandosi con la chitarra per ballare nella platea. Il set offerto è energizzante e coinvolgente, senza mai subire una flessione o tradire un suono ben impostato (lodevole il lavoro ai tamburi di Willie James).
Il repertorio è per la maggior parte ripreso dall'album "One Love" (2006) attraverso le versioni tirate di "Like It Like That", "Mama Killed A Chicken" e "Ride Sally Ride" e altre versioni che vale le pena segnalare come "It Takes A Good Woman" (presente sul live "Junkin' At Bettie's" 2004) e la wolfiana "I Am The Blues" ripresa dall'omonimo album. Gran finale con ben due bis e una lunga jam con diversi ospiti presenti tra il pubblico e inevitabilmente coinvolti, prima Max Prandi e poi Antonio Boschi (tra gli organizzatori del Rootsway Roots'n'Blues & Food Festival), scambi di sorrisi, battute e tanti assoli di chitarra sulle note di "Baby Please Don't Go".
Un plauso alla ditta Vimercati per aver offerto una spettacolare serata. Difficile reperire dalle nostre parti del materiale di Willie King, qui può bastare un click http://www.alabamablues.org/Web%20Sho... dove è anche disponibile il dvd "Down In The Woods", di notevole interesse ed appena pubblicato.
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