Installazione riscaldatore a gasolio cinese sul camper Fiat Ducato 244

Alcune possibili soluzioni per l’installazione del riscaldatore a gasolio cinese, un Vevor da 2Kw.

Avevo intenzione di realizzare sul mio camper un impianto non troppo complesso.
Per praticità e soprattutto per sicurezza volevo montare il cinebasto in un punto che fosse poco distante dalla batteria servizi e dal serbatoio del carburante, riducendo in questo modo la lunghezza dei cablaggi elettrici e del tubo di alimentazione.

Volendomi attenere alle norme del produttore ho evitato di canalizzare l’aria calda e posto il riscaldatore in un punto ben aerato e facilmente raggiungibile per semplificare i controlli e la manutenzione.

Fatte le dovute considerazioni ho concluso che la soluzione migliore fosse installarlo sotto il sedile passeggero e per praticità ho scelto di alimentarlo direttamente dal serbatoio carburante del van, inserendo un pescante sul tappo della pompa del gasolio anche definito tappo del galleggiante.

Per la scelta del modello ero in dubbio tra il 5Kw e il 2Kw; date le piccole dimensioni del van, un Fiat Ducato Maxi di 5,60 m, ho optato per il 2Kw, anche in considerazione del fatto che l’allestimento originale Adria non è adatto a temperature estreme. Il 5Kw per le mie esigenze sarebbe stato troppo potente. Alla prova dei fatti la scelta si è rivelata giusta, con i miei 2Kw a temperature intorno allo zero posso mantenere di notte i 15° circa mandando il riscaldatore al minimo o poco più senza seccare eccessivamente l’aria; in caso di temperature più basse ho comunque una buona riserva di potenza. Diversamente con il modello maggiore spesso avrei dovuto aprire l’oblò.

Passando alle considerazioni sul lavoro posso affermare che la messa in funzione del riscaldatore è abbastanza intuitiva, come descrivo nel video della prova preliminare al banco.
Qualche difficoltà invece si può incontrare nell’installazione fai da te sul mezzo, il montaggio richiede del tempo, una buona manualtà e la necessità di pianificare una disposizione dell’impianto che avrà caratteristiche diverse da mezzo a mezzo.
Non è un lavoro da sottovalutare. Considerando che si ha a che fare con elettricità, carburante e parti sottoposte ad alte temperature, nel dubbio, sarà bene rivolgersi a un installatore.

Personalmente ho deciso di realizzare il mio impianto dopo essermi documentato a lungo e questo mi è servito soprattutto per selezionare una serie di cose da non fare. Ho notato infatti che molti dei malfunzionamenti riguardanti questi riscaldatori dipendono proprio dall’inosservanza di alcune prescrizioni raccomandate dal costruttore e anche da norme francamente intuitive, ne elenco solo alcune:
- non canalizzare; soprattutto in presenza di gomiti, l’attrito dell’aria sui corrugati aumenta lo sforzo delle ventole limitando il flusso, alterando in una certa misura l’equilibrio termico del bruciatore e di conseguenza l’efficienza della combustione.
- in caso di installazione all’interno di gavoni o spazi ristretti, fare in modo che ci siano delle prese d’aria abbondanti per non contribuire a un ulteriore affaticamento della ventola.
- rispettare le indicazioni per l’inclinazione della pompa così come la pendenza del tubo di scarico dei fumi per evitare accumuli di condensa; anche la lunghezza dello stesso tubo di scarico non dovrebbe superare il metro.
- non modificare i parametri protetti accedendo con la password alle impostazioni.

Le modifiche appena accennate col tempo possono creare squilibri importanti nel sistema provocando malfunzionamenti vari: dalla fumosità a errori o blocchi e all’accumulo di depositi nella camera di combustione, oltre a possibili situazioni di pericolo. Naturalmente non si tratta di mie opinioni che non contano nulla, ma del rispetto delle norme raccomandate dal costruttore che per ovvi motivi non avrebbe alcun interesse a limitare le prestazioni del proprio prodotto.

Il video non vuole essere un “tutorial” ma la condivisione di una delle molte soluzioni più o meno valide per portare a compimento il lavoro.

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