I Longobardi in Toscana (©Mediaframe-Press&Archeos)

Описание к видео I Longobardi in Toscana (©Mediaframe-Press&Archeos)

Benvenuti in una nuova avventura del canale Youtube, una collaborazione che ha radici profonde, in una amicizia di molti anni e che offre agli spettatori del canale il primo di una serie di documentari storici unici nel loro genere. Prodotto da Mediaframe, dalle cui ceneri è nata poi Press&Archeos Edizioni, i Longobardi in Toscana è un video inedito in tutti i sensi, non pubblicato fino ad oggi soprattutto per alcune questioni tecniche e di messa in scena e con uno speakeraggio provvisorio.
Nonostante tutto abbiamo scelto con la produzione di renderlo disponibile sul canale perché ad oggi è il primo e unico video ad analizzare ed approfondire con serietà e criterio una tematica tanto interessante quanto ancora poco conosciuta.

I Longobardi, una popolazione germanica, giunsero in Italia nel 568 d.C. sotto la guida del re Alboino. Dopo aver attraversato le Alpi, conquistarono rapidamente gran parte dell'Italia settentrionale, stabilendo la loro capitale a Pavia. Tuttavia, la loro espansione non si fermò: i Longobardi si spinsero anche verso sud, occupando ampie porzioni della Toscana.

Quando i Longobardi arrivarono in Toscana nel 576 d.C., trovarono una regione devastata da anni di guerre, carestie e pestilenze. La popolazione locale, stremata e ridotta di numero, non oppose molta resistenza all'invasione. I Longobardi stabilirono quindi il Ducato di Tuscia, uno dei trentasei ducati in cui divisero il loro regno. Questo stato comprendeva gran parte dell'attuale Toscana e aveva come centro principale la città di Lucca.

La società longobarda era fortemente militarizzata e basata su un'aristocrazia guerriera.
Nonostante la loro origine germanica, i Longobardi si integrarono rapidamente con la popolazione locale, adottando molte delle tradizioni e delle pratiche romane. Questo processo di integrazione fu facilitato dalla conversione al cristianesimo, che avvenne gradualmente nel corso dei secoli.

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