Dislessia e inclusione. Intervista a Giacomo Stella

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La dislessia è un disturbo di lettura che riguarda soprattutto gli aspetti di fluenza e accuratezza. Non dobbiamo immaginarci che un bambino dislessico sia totalmente incapace di leggere. Fa molta più fatica degli altri e più errori degli altri e questi non si correggono con l’esperienza. Per cui anche in quinta elementare commette errori che vengono giudicati incredibili e ingiustificabili da parte degli insegnanti. Col passare del tempo gli errori si riducono ma la velocità di lettura tende a restare molto lenta. La dislessia è un disturbo che suscita scetticismo perchè non ha marcatori biologici evidenti. Secondo punto, la dislessia non ha identità sociale fuori dalla scuola. Fuori dalla scuola non si riconosce un bambino dislessico. Questo è un vantaggio da un lato e uno svantaggio dall’altro. Siccome lui socialmente si comporta come gli altri, quando si tratta di leggere e scrivere gli insegnanti dicono “non ti impegni più”.

La scuola, dopo aver promosso tutte le possibili attività di recupero non può porsi come obiettivo quello di farlo leggere come gli altri, perchè purtroppo il dislessico neanche in età adulta legge come gli altri. Quindi la scuola deve adottare altre strategie che si chiamano misure dispensative. Per esempio, mentre si è sviluppata nella scuola una tendenza a usare le verifiche scritte, bisognerebbe con il dislessico usare le prove di verifica orale. Bisognerebbe dargli degli strumenti di compenso, per esempio consentirgli di registrare la lezione dell’insegnante invece di prendere appunti, bisognerebbe lasciargli usare la tavola pitagorica invece di imparare le tabelline a memoria. Piccoli accorgimenti che servono al dislessico per acquisire le stesse possibilità di successo formativo che hanno gli altri.

La prospettiva inclusiva è importante perchè questi problemi tendono a compensarsi nel tempo e quindi dare opportunità in una fase in cui ci sono delle difficoltà significa dare un credito di fiducia. Daniel Pennac ha avuto un percorso scolastico difficilissimo però è diventato un insegnante e uno scrittore. Allora aveva una famiglia che lo difendeva. Oggi abbiamo una legge e la società deve difendere i dislessici e quindi dare un’opportunità anche a loro.

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