Il giardino dei ciliegi - di Anton Čechov (1969)

Il giardino dei ciliegi - di Anton Čechov (1969)

Il grande insegnamento di Čechov è riuscire a fare teatro senza più narrazione, ritornando a quelle che sono le radici del teatro, ovvero l’emozione e l’evocazione di atmosfere, con flash sulla solitudine dell’essere umano.

Il giardino dei ciliegi è l’ultimo dei quattro drammi scritti per essere rappresentati al Teatro d’Arte di Mosca, qui nell’adattamento televisivo di Gerardo Guerrieri, diretto da Mario Ferrero nel 1969.

Si tratta di un addio al teatro: Čechov, malato di tubercolosi dall’età di 24 anni, scrive questo dramma con la consapevolezza di essere prossimo alla fine ed “Il giardino” diventa allora metafora della sua morte.

Nel dramma Čechov ci presenta la lenta inesorabile morte della natura, il giardino appunto, abbattuto per costruire le ville dei moscoviti che vogliono villeggiare fuori città, e al tempo stesso la vicenda di una antica famiglia, un tempo ricca e illustre, ora sempre più indebitata, incapace di mantenere la propria proprietà: il giardino diventa allora il simbolo di una Russia che muore senza saperlo.

Tra gli interpreti: Gastone Moschin, Giuliana Lojodice, Tino Carraro, Filippo Scelzo e Carlo Hintermann.