La più antica testimonianza attendibile circa l'esistenza di un Santuario mariano nella baronia di Mompileri risale al 1446, ma diversi storici sono orientati a far risalire questo luogo di culto mariano a tempi antecedenti il XIV secolo.
Nel 1537 la lava dell'Etna, nel corso di una eruzione sembrava dover avere la meglio sul Santuario. Da Catania venne portato il velo di S.Agata e il fuoco non passò oltre, ma solo si appoggiò alla parete nord della chiesa sicchè, fino all'anno 1669 si potevano vedere pendere, all'interno della chiesa, stalattiti di pietra lavica.
Nel 1669 un'eruzione iniziata l'11 marzo e che si protrasse per ben quattro mesi cancellò completamente Mompileri seppellendola sotto uno spessissimo strato di lava incandescente. Illudendosi che il monte (Mompileri) potesse fare da scudo e difendere il centro abitato, gli abitanti non fecero in tempo a mettere in salvo tutti i beni artistici e religiosi del Santuario e tutto affondò in un'inesorabile distruzione sotto più di 10 metri di lava incandescente che ben presto si trasformò in duro basalto.
Non bastarono i pii desideri di sacerdoti e laici di grande fede che tentarono, circa vent'anni più tardi, delle imprese di scavo nel disperato tentativo di poter ritrovare qualcosa di intatto. Fondi, sforzi e ogni genere di iniziativa si risolsero ben presto nell'acerba delusione.
Fu la stessa Madre di Dio che prese l'iniziativa, quando negli imperscrutabili disegni di Dio i tempi erano maturi. Nell'agosto 1704, quando ormai il solo supporre nuovi scavi non poteva che essere impensabile, la Vergine Santissima si manifestò ad una "pia donna" indicandole il luogo dove scavare per poter ritrovare il suo simulacro. Il 18 agosto 1704, a 35 anni dalla terribile eruzione lavica, dopo aver forato la "Sciara" perpendicolarmente per più di 10 metri, i cercatori si trovarono a contemplare alla tremante luce delle loro torce, il simulacro della Madonna delle Grazie cui la lava, fermatasi all'atto dello sfiorarne la sommità e il volto, si era disposta attorno a modo di una cappella formata dalla natura per salvaguardare l'immagine della Regina del Cielo e della terra
Compreso che l'intensione di Maria era che la sua prodigiosa immagine rimanesse nel luogo della sua antica sede, in meno di due mesi si eresse una piccola chiesa che la potesse custodire e che potesse accogliere le folle dei pellegrini che da ogni parte ripresero ad accorrere verso questo santo luogo. Da allora, la Vergine Maria, viene venerata sotto il titolo "della Sciara" perchè dalla "sciara" (la lava dell'Etna) la sua immagine è stata protetta anzichè distrutta.
Il giorno 1 agosto dell'anno 1923, il Card. Arc. di Catania Francica Nava, riconoscendo il particolare legame che sussiste tra il "Mistero di Mompileri" e la vita travagliata ma piena di speranza e tenacia della gente dell'Etna e costatando l'accorrere di folle di fedeli da ogni parte, volle elevare questo luogo a Santuario, perchè costituisse un cuore mariano per l'Arcidiocesi di Catania. Da allora i vescovi di Catania non mancano di stringere con il Santuario particolari rapporti di intimità spirituale. Ogni anno, l'ultimo giovedì di maggio, l'Arc. di Catania insieme con i sacerdoti e i fedeli della Diocesi, vi convergono per un grande pellegrinaggio diocesano nel quale vengono affidati alla Vergine Santissima gli orientamenti pastorali per il cammino della chiesa etnea.
La terza domenica di agosto e il sabato precedente si fa memoria del prodigioso ritrovamento con celebrazioni di stampo strettamente liturgico e spirituale che vedono l'accorrere di molti fedeli devoti che si assiepano nella grande spianata all'aperto per celebrare l'Eucarestia.
Negli anni a cavallo tra il grande giubileo del 2000 e il trecentesimo del ritrovamento, ad opera del defunto sac. Salvatore Incognito, il Santuario, che è anche sede parrocchiale, ha visto fiorire al suo interno il carisma della Comunità Fraternità Nostra Signora della Sciara, un'associazione di fedeli laici che ha come carisma la preghiera, l'accoglienza e il servizio, cercando di fortificare il proprio cammino di santità ad immagine della Vergine Maria contemplata nella ferialità della sua vita.
Nello stesso periodo si è intrapresa la costruzione di una nuova grande Aula Liturgica che contribuirà all'accoglienza dei pellegrini per le celebrazioni festive.
Il Santuario, con la grotta del ritrovamento costituiscono per tanti un'oasi di silenzio e di spiritualità immerso nel tipico paesaggio etneo, lontano dalle case e dal frastuono delle nostre città sebbene facilmente raggiungibile grazie a tre vie di comunicazione che lo pongono al centro delle tre grandi zone in cui è suddivisa la Diocesi.
Mompileri e il suo circondario è tutta un mistero di grazia e di spiritualità mariana nel quale inoltrarsi con fede umile. Scendere alla grotta del ritrovamento, nel cuore della terra e poi risalire nella chiesa dove è venerato il prodigioso simulacro per celebrare la
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