La Bigolada di Castel d'Ario, 173 anni di tradizione autentica

Quando arriva il mercoledì delle Ceneri, per Castel d'Ario, in provincia di Mantova, arriva un momento magico, imperdibile.
Dalle prime ore del mattino, i volontari della Pro Loco preparano gli 11 paioli nei quali cuoceranno qualcosa come 12 quintali di bigoli, che verranno conditi con le sardele (un ragù a base di alici, alaci, tonno e... qualche segreto).

É l'anticamera della Bigolada, che ha raggiunto quota 173.
Tante infatti sono le edizioni di questa festa, che ha nella ribellione dei casteldariesi al divieto degli austriaci nel 1848 di poter effettuare una distribuzione di cibo ai meno abbienti. La fecero ugualmente.
Ma all'epoca non erano ancora i bigoli.

Quelli arriveranno ufficialmente nel 1935, in piena epoca fascista su iniziativa del podestà di Mantova, che ottenne dal governo centrale il permesso di svolgere la manifestazione a patto che si tenesse in toni dimessi, senza neppure chiamarla festa. Al limite... bigolada, appellativo che il prefetto colse al volo.

Oggi questa tradizione continua a vivere grazie all'operato dell'attivissima Pro Loco di Caste d'Ario. Una festa che attira migliaia di persone provenienti da tutto il circondario

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