Mentre l’impero romano d’Occidente si frantumava in tanti piccoli regni, l’impero romano d’Oriente riusciva a mantenersi unito e florido, tanto da continuare la sua storia per altri mille anni.
Esso, infatti, aveva un esercito forte e ben addestrato,
la sua economia era fiorente, con abbondanti produzioni agricole e commerci sviluppati: dall’estremo Oriente arrivavano spezie, seta e pietre preziose che venivano rivendute nelle città dell’Impero.
Di fronte all’avanzata dei popoli barbari, inoltre, l’impero d’Oriente seppe adottare abili strategie, riuscendo ad allearsi con essi o dirigendoli verso Occidente.
L’Impero Romano d’oriente era chiamato anche Impero Bizantino, dalla città di Bisanzio, su cui poi sorse la nuova capitale Costantinopoli, dal nome dell’imperatore Costantino, che nel tempo divenne la città più importante di tutto il mondo cristiano e che oggi ha preso il nome di Istanbul.
Nell’Impero Bizantino, il sovrano era considerato al tempo stesso capo politico e religioso, un ruolo che gli storici hanno definito cesaropapismo, poiché l’imperatore era nel contempo sia il capo politico (cioè un erede di Cesare) sia il capo religioso (ossia il papa). Da qui, cesaropapismo.
Nel 527 salì al trono Giustiniano, che si pose due obiettivi: riconquistare i territori dell’Occidente e riunirli in un unico impero romano, e riportare la religione cristiano cattolica in tutte le terre occupate dai barbari di fede ariana. Con questo preciso intento, egli ricostruì in modo grandioso la basilica di Santa Sofia, facendola diventare la più grande chiesa della cristianità. Per raggiungere l’obiettivo di riunificare l’impero, invece, Giustiniano diede il via a spedizioni militari e guerre.
Nel biennio 533-534, le truppe bizantine guidate dal generale Belisario conquistarono dapprima i territori dell’Africa settentrionale occupati dal Vandali, poi Sicilia e Sardegna, da cui poco dopo parti la campagna per la conquista dell’Italia.
Nel 535, infatti, Belisario attaccò gli ostrogoti in Italia, dando inizio alla cd Guerra Greco-gotica. Il nome di questo conflitto sottolinea la contrapposizione tra i Goti e i Bizantini, che venivano chiamati anche Greci, poiché nell’Impero d’Oriente la lingua e la cultura dominanti erano appunto quelle greche.
Il conflitto durò quasi 20 anni e trasformò l’Italia in un grande campo di battaglia, con conseguenti epidemie di pese e carestie.
La guerra terminò nel 553 con la vittoria dei Bizantini, che l’anno successivo riuscirono a conquistare anche la Spagna meridionale sottraendola ai Visigoti.
Nel 554, Giustiniano dichiarò l’Italia provincia dell’Impero d’Oriente e inviò a Ravenna un governatore bizantino chiamato esarca. Ravenna divenne così la capitale del governo bizantino in Italia, ossia capitale dell’ESARCATO. L’esarca iniziò ad imporre tasse pesantissime alla popolazione, già stremata dalla guerra, dalla peste e dalla carestie.
Giustiniano, con l’aiuto della moglie Teodora, riorganizzò l’amministrazione del nuovo impero e riunì nel cd Codice Giustiniano tutte le leggi che erano state emanate dai Romani nel corso dei secoli: un’opera davvero eccezionale per l’epoca, che è giunta fino a noi. Vi erano disciplinati gli aspetti più disparati della vita dei sudditi: la celebrazione dei matrimoni, le modalità con cui dovevano avvenire le condanne a morte, le modalità di trasporto di beni sulle imbarcazioni, la caccia e così via.
Tuttavia, le spedizioni militari per estendere i confini dell’impero avevano comportato costi notevoli e governare un territorio così ampio non era semplice → così, dopo la morte di Giustiniano avvenuta nel 565, iniziò un periodo molto difficile per l’Impero e presto si verificarono nuovi attacchi nelle regioni appena conquistate: i Visigoti si ripresero la Spagna meridionale; i Longobardi iniziarono ad occupare l’Italia e gli Arabi conquistarono l’Africa Settentrionale e il Medio Oriente, in particolare Siria, Palestina, Egitto e Libia
Nel contempo, i Persiani invasero i territori bizantini dell’Asia Minore e gli Slavi e i Bulgari penetrarono nell’area dei Balcani con violente scorribande.
Intanto, l’esercito dell’impero d’Oriente, sottopagato a causa dei problemi economici dell’impero, era in difficoltà e i soldati accettavano malamente gli ordini che arrivavano da Costantinopoli.
Fu il nuovo imperatore Eraclio a risollevare le sorti dell’impero: comandante militare di grande talento, riorganizzò l’esercito e nel 628 sconfisse definitivamente i Persiani, divise il vasto territorio bizantino in province, dette temi, e ne affidò il governo ad uno stratega con potere civile e militare. Eraclio favorì anche la ripresa economica e con lui la cultura dell’impero bizantino divenne sempre più orientaleggiante: si abbandonò il latino in favore del greco e la figura dell’imperatore fu vista sempre più come sacra al punto da essere addirittura adorata.
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