DragonFly

DragonFly

For too long I couldn’t feel,
The empathy that once tied our breath,
But yesterday something changed in me,
Tears melted every winter away.

An endless sweetness inside,
Even as the flames still burn,
You’re like a dream that flies like a dragonfly,
Rage that feels like rain as I hold you in memories.

You unleashed the beast within me,
The monster I hid from the world’s eyes,
But now I must wield that wild blade,
To find the cure, to uncover my truth.

I’m sorry for us, for what we were,
But thank you for everything, even the pain,
It was what we had to live to become who we are,
I breathe in the certainty it had to be this way.

I don’t know how you are, maybe it’s better so,
I never wanted it to end like this,
We were winds of confusion and doubt,
I wanted to be every key to your cage.


You unleashed the beast inside of me,
The monster that fed on every dream,
But now I must contain every storm,
To heal, to find my steps again.

This isn’t goodbye, it’s not a chain,
I wished to be everything on your skin and in your thoughts,
But time moves on, and you must live,
Choose what makes you happy, don’t fall, just fly.

I wish you the best, there’s no hate in me,
I’ll fight to tame my destiny too,
May every embrace of ours live on in our thoughts,
Rise again with no more fear.

No more,
No more fear,
No more.

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Libellula

Per troppo tempo non riuscivo a sentire,
L’empatia che legava il nostro respiro,
Ma ieri qualcosa in me è cambiato,
Le lacrime hanno sciolto ogni inverno.

Una dolcezza infinita dentro,
Anche mentre le fiamme bruciano ancora,
Sei come un sogno che vola come una libellula,
Rabbia che sa di pioggia mentre ti stringo nei ricordi.

Hai liberato la bestia dentro di me,
Il mostro che nascondevo agli occhi del mondo,
Ma ora devo brandire quella lama selvaggia,
Per trovare la cura, scoprire la mia verità.

Mi dispiace per noi, per ciò che eravamo,
Ma grazie per tutto, anche per il dolore,
Era ciò che dovevamo vivere per diventare chi siamo,
Respiro nella certezza che doveva andare così.

Non so come stai, forse è meglio così,
Non volevo finisse in questo modo,
Eravamo venti di confusione e incertezza,
Volevo essere ogni chiave nella tua gabbia.

Hai liberato la bestia dentro di me,
Il mostro che si nutriva di ogni mio sogno,
Ma ora devo contenere ogni tempesta,
Per guarire, per ritrovare i miei passi.

Non è un addio, non è una catena,
Avrei voluto essere tutto sulla tua pelle e nei tuoi pensieri,
Ma il tempo passa e tu devi vivere,
Scegli ciò che ti rende felice, non cadere, vola.

Ti auguro il meglio, non c’è odio in me,
Anch’io lotterò per domare il mio destino,
Che ogni abbraccio dei nostri viva nei nostri pensieri,
Rinasci senza più paura.

Mai più,
Mai più paura,
Mai più

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L’uomo ha sempre trovato negli strumenti l’estensione delle sue possibilità, trasformando visioni in realtà tangibile. Una semplice penna, fragile e minuta, diventa l’arma con cui l’anima incide il tempo, scolpendo parole che attraversano l’eternità. Questo umile oggetto è lo scalpello che svela la scultura nascosta del pensiero, trasformando l’intangibile in concreto.

Così come le mani su una chitarra intessono melodie che raccontano storie senza parole, la penna traccia su carta ciò che sarebbe rimasto imprigionato nell’immaginazione. Con ogni strumento, l’uomo sfida i limiti della sua esistenza, trasformando il mondo in qualcosa di più grande, di più eterno.

Se ti piacerà quello che senti, metti mi piace e condividilo; scambiare emozioni tra di noi ci da appartenenza gli uni agli altri e ci ricorda che sotto la polvere, siamo tutti un unico stesso mare.

Ricorda che senza di te nulla di tutto questo ha senso; leggi, ascolta e fai crescere le mie opere, solo così il mio fiume si unirà al tuo ed il tuo a quello degli altri.


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Testi composizione e montaggio:
@davide_matreus_bruno

"Sono una tua creatura questi giorni"

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