Maria Callas and Giuseppe di Stefano in La Traviata act 2 final (1955)

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TUTTI
Alfredo! Voi!

ALFREDO
Sì, amici

FLORA
Violetta?

ALFREDO
Non ne so.

TUTTI
Ben disinvolto! Bravo!
Or via, giuocar si può.

(Gastone si pone a tagliare, Alfredo ed
altri puntano. Violetta entra al braccio
del Barone.)

FLORA
(andandole incontro)
Qui desiata giungi.

VIOLETTA
Cessi al cortese invito.

FLORA
Grata vi son, barone,
d'averlo pur gradito.

BARONE
(piano a Violetta)
Germont è qui! il vedete!

VIOLETTA
(fra sè)
Ciel! gli è vero. Il vedo.

BARONE
(cupo)
Da voi non un sol detto si volga
A questo Alfredo.

VIOLETTA
(fra sè)
Ah, perchè venni, incauta!
Pietà di me, gran Dio!

FLORA
(a Violetta, facendola sedere presso
di sè sul divano)
Meco t'assidi:
narrami quai novità vegg'io?

(Il Dottore si avvicina ad esse, che
sommessamente conversano. Il
Marchese si trattiene a parte col Barone,
Gastone taglia, Alfredo ed altn puntano,
altri passeggiano.)

ALFREDO
Un quattro!

GASTONE
Ancora hai vinto.

ALFREDO
Sfortuna nell'amore
Vale fortuna al giuoco!

(Punta e vince)

TUTTI
È sempre vincitore!

ALFREDO
Oh, vincerò stasera; e l'oro guadagnato
Poscia a goder tra' campi ritornerò beato.

FLORA
Solo?

ALFREDO
No, no,
con tale che vi fu meco ancor,
Poi mi sfuggia

VIOLETTA
(fra sè)
Mio Dio!

GASTONE
(ad Alfredo, indicando Violetta)
Pietà di lei!

BARONE
(ad Alfredo, con mal frenata ira)
Signor!

VIOLETTA
(al Barone)
Frenatevi, o vi lascio.

ALFREDO
(disinvolto)
Barone, m'appellaste?

BARONE
Siete in sì gran fortuna,
Che al giuoco mi tentaste.

ALFREDO
(ironico)
Sì? la disfida accetto

VIOLETTA
(fra sè)
Che fia? morir mi sento.

BARONE
(puntando)
Cento luigi a destra.

ALFREDO
(puntando)
Ed alla manca cento.

GASTONE
Un asse un fante hai vinto!

BARONE
Il doppio?

ALFREDO
Il doppio sia.

GASTONE
(tagliando)
Un quattro, un sette.

TUTTI
Ancora!

ALFREDO
Pur la vittoria è mia!

CORO
Bravo davver!
la sorte è tutta per Alfredo!

FLORA
Del villeggiar la spesa farà il baron,
Già il vedo.

ALFREDO
(al Barone)
Seguite pur.

SERVO
La cena è pronta.

FLORA
Andiamo

CORO
(avviandosi)
Andiamo.

ALFREDO
(al barone tra loro a parte)
Se continuar v'aggrada

BARONE
Per ora nol possiamo:
Più tardi la rivincita.

ALFREDO
Al gioco che vorrete.

BARONE
Seguiam gli amici; poscia

ALFREDO
Sarò qual bramerete.
VIOLETTA
Invitato a qui seguirmi,
Verrà desso? vorrà udirmi?
Ei verrà, che l'odio atroce
Puote in lui più di mia voce

ALFREDO
Mi chiamaste? che bramate?

VIOLETTA
Questi luoghi abbandonate
Un periglio vi sovrasta

ALFREDO
Ah, comprendo! Basta, basta
E sì vile mi credete?

VIOLETTA
Ah no, mai

ALFREDO
Ma che temete?. .

VIOLETTA
Temo sempre del Barone

ALFREDO
È tra noi mortal quistione
S'ei cadrà per mano mia
Un sol colpo vi torria
Coll'amante il protettore
V'atterrisce tal sciagura?

VIOLETTA
Ma s'ei fosse l'uccisore?
Ecco l'unica sventura
Ch'io pavento a me fatale!

ALFREDO
La mia morte! Che ven cale?

VIOLETTA
Deh, partite, e sull'istante.

ALFREDO
Partirò, ma giura innante
Che dovunque seguirai
I miei passi

VIOLETTA
Ah, no, giammai.

ALFREDO
No! giammai!

VIOLETTA
Va, sciagurato.
Scorda un nome ch'è infamato.
Va mi lascia sul momento
Di fuggirti un giuramento
Sacro io feci

ALFREDO
E chi potea?

VIOLETTA
Chi diritto pien ne avea.

ALFREDO
Fu Douphol?

VIOLETTA
(con supremo sforzo)
Sì.

ALFREDO
Dunque l'ami?

VIOLETTA
Ebben l'amo

ALFREDO
(Corre furente alla porta e grida )
Or tutti a me.

Scena Quattordicesima

(Detti, e tutti i precedenti che
confusamente ritornano.)

TUTTI
Ne appellaste? Che volete?

ALFREDO
(additando Violetta che abbattuta
si appoggia al tavolino)
Questa donna conoscete?

TUTTI
Chi? Violetta?

ALFREDO
Che facesse
Non sapete?

VIOLETTA
Ah, taci

TUTTI
No.

ALFREDO
Ogni suo aver tal femmina
Per amor mio sperdea
Io cieco, vile, misero,
Tutto accettar potea,
Ma è tempo ancora! tergermi
Da tanta macchia bramo
Qui testimoni vi chiamo
Che qui pagata io l'ho.

(Getta con furente sprezzo una borsa
ai piedi di Violetta, che sviene tra le
braccia di Flora e del Dottore. In tal
momento entra il padre.)

Scena Quindicesima

TUTTI
Oh, infamia orribile
Tu commettesti!
Un cor sensibile
Così uccidesti!
Di donne ignobile
Insultator,
Di qui allontanati,
Ne desti orror.

GERMONT
(con dignitoso fuoco)
Di sprezzo degno se stesso rende
Chi pur nell'ira la donna offende.
Dov'è mio figlio? più non lo vedo:
In te più Alfredo - trovar non so.

(fra sè)

Io sol fra tanti so qual virtude
Di quella misera il sen racchiude
Io so che l'ama, che gli è fedele,
Eppur, crudele, - tacer dovrò!

ALFREDO
(da sè)
Ah sì che feci! ne sento orrore.
Gelosa smania, deluso amore
Mi strazia l'alma più non ragiono.

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