Perché è fondamentale accettare se stessi e come fare | Filippo Ongaro

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È molto più difficile accettare se stessi che il mondo esterno. È qualcosa di assurdo se ci pensi bene, e proprio per questo oggi voglio sfidarti a riflettere sulla tua vita, e aiutarti a tirare fuori quel guerriero che è in te.

#accettarsi #amarsi






Attenzione che accettare non vuol dire rassegnarsi, sono due verbi che vengono spesso confusi. Accettare è il prerequisito per dire "ok, il problema c'è, è quello lì lo vedo bene e proprio perché l'ho accettato posso lavorare per cambiare". Rassegnarsi è il contrario, è dire appunto "ok, non c'è niente da fare".

Sono due situazioni differenti. Quindi io credo che un punto di partenza per iniziare a accettare se stessi sia quello di diventare consapevoli che un cambiamento è possibile, e proprio per aiutarti a diventare consapevole di questo ti sfido per un istante a pensare alla tua vita. Io non so quanti anni hai, ma se pensi a come eri a cinque anni a com'era dieci anni fa, a come eri a 15, a come eri a 20-30-40 e così via, ti accorgerai che sei cambiato tantissimo in realtà, senza nemmeno fare nulla per cambiare consapevolmente ti sei trasformato. Di fatto anche se continui ad avere lo stesso nome, la stessa data di nascita, quella persona che eri a 10 anni non esiste più, e quello che sei oggi è il prodotto di ciò che eri, ma non contiene più le caratteristiche di quell'età che ormai se ne sono andate. Guarda dico questo anche arrivando a includere l'aspetto biologico, perché come saprai anche in termini di cellule, di tessuti, noi siamo in continuo cambiamento, quindi di fatto la nostra identità che tendiamo a vedere come qualcosa di rigido, come se fosse costruita con il marmo e quindi non possa cambiare, è una delle cose più fluide che abbiamo. Continuiamo a cambiare sotto tutti i profili: quello emotivo, quello comportamentale e quello fisiologico. Il problema qual è? Che non siamo noi in controllo di questo cambiamento, e questo è se vogliamo il nostro limite più grande, perché se capissimo che in effetti siamo plasmabili, siamo modulabili e addirittura che possiamo noi esercitare un controllo consapevole per dirigere quel cambiamento dove meglio vogliamo, nella direzione che reputiamo sia la direzione più idonea, ecco che avremo una sensazione di potenza che ci porterebbe senza nessuna difficoltà ad accettare anche gli errori che abbiamo commesso. Quindi l'invito che ti faccio è avere una visione meno rigida di te stesso e più flessibile; a riflettere sulla tua vita e a sottolineare per te stesso tutti i cambiamenti che ci sono stati e a iniziare a pensare che forse quei cambiamenti possono essere diretti, che gli errori commessi e le occasioni perdute sono delle grandi lezioni per fare meglio in futuro, ma soprattutto che se riesci a prendere le redini di questo percorso di cambiamento e io addirittura ci attacco un nuovo nome, una nuova etichetta su questo percorso, lo chiamo percorso di crescita più che di cambiamento, ecco che avrai la sensazione di essere tu in controllo. Qual è uno strumento pratico che può essere utilizzato da chiunque piuttosto rapidamente per entrare in maggior sintonia con questo percorso di crescita? La meditazione perché la meditazione ci aiuta non solo e non tanto a rilassarci, a essere più sereni, più calmi, ad avere una percezione migliore della gratitudine, del perdono anche nei confronti di se stessi, ma soprattutto riesce ad allenarci ad utilizzare meglio le nostre risorse mentali, perché prima di tutto la meditazione è un esercizio di focalizzazione, di concentrazione su cui è ora ovviamente, quindi è un esercizio che dà enfasi alla sensazione di potenza, di controllo che un essere umano può avere, e sappiamo tra l'altro che la sensazione di controllo è strettamente connessa con la percezione dello stress come qualcosa di positivo o negativo, cioè a parità di agente stressante, quello che fa la differenza nel generare un effetto positivo di crescita o negativo, è proprio quanto ti senti in controllo della situazione. Quindi attraverso la meditazione noi abbiamo anche la possibilità di zittire un po' la vittima lamentosa e far tornar fuori quel guerriero che è in noi, in tutti noi e che è disposto a lavorare sodo per migliorare se stesso giorno dopo giorno e per trasformare la sua vita in un bellissimo percorso di crescita.

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