Luoghi | MILANO | Raduno Paninari più grande di sempre

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Video-racconto a testimonianza e futura memoria della mia partecipazione alla migliore réunion di Paninari per quantità e qualità rispetto ai precedenti raduni, iniziati dal 2014, unendo le due principali compagnie nate sui Social: Bircide-LaCompany e Paninari-LaCompany per ritrovarsi di persona e non virtualmente, specie a fine Pandemia.

Cornice "Piazzetta" Liberty a Milano, davanti all'ex bar "Al Panino" (al quale devono il nome i Paninari ossia "quelli che si ritrovano al Bar Al Panino) dove tutto il Paninaresimo ebbe inizio dal 1982 con la cosiddetta 1^ generazione (nati classe 1964-67 quindi neopatentati B o A) che poi si diffuse in tutt'Italia con la trasmissione tv Drive-In ('84-85) ed il successo di riviste e fumetti in edicola come Paninaro (Gen'86-Dic'89) che ha caratterizzato la 2^ generazione (nati classe 1970-73).

Ho presenziato, con abbigliamento iconico, in simbolica "rappresentanza" dei Paninari di Roma chiamati in passato Tozzi, che a ben vedere cronologicamente adottarono prima dei milanesi certi capi di abbigliamento poi divenuti iconici: stivali e cinture El Charro (infatti negozio di Roma); giubbotti in pelle Schott poi Avirex (importati in Italia dal negozio Energie che rivoluzionò l'abbigliamento dei teenagers dell'epoca, poi imitato dal negozio DiSegni a Milano). Ho sfoggiato il mio Moncler Grenoble che possiedo dall'85: nero lucido (sempre in voga, specie oggi) con maniche staccabili, mentre avevo ricomprato i jeans Levis' 501 celesti stone washed; Timba boot giallo come i guanti in pelle; calze Burlington a losanghe.
Molti altri in Moncler colorati o G1 di pelle, tante cinture, berretti lana e persino zaini Invicta e molto di questo dress-code (in passato pan-look) è composto da capi dell'epoca tirati fuori dall'armadio e indossati per l'evento! La gente incuriosita dall'assembramento (personalmente ho tenuto la mascherina anti-covid quasi tutto il tempo) si è fermata a chiedere notizie o fotografarci non capendo chi fossimo, salvo poi ricordarsi tutti (ma proprio tutti!) con affetto e simpatia quando abbiamo spiegato trattarsi di un revival di "Paninari" ..oggigiorno cinquantenni!

I Paninari (da anni entrati nel dizionario) rispetto alla violenza delle generazioni politicizzate dei precedenti Anni '70 e ancora presenti negli '80 o degli altri gruppi giovanili dell'epoca (come Dark, Metallari, Punk, Skinhead, Rockabilly..) sono stati una subcultura non disturbatrice oltre che interamente Made in Italy. Qualche scazzottata si narra (ma per evitare di farsi rapinare l'abbigliamento costoso) ma per lo più sub-cultura caratterizzata da spensieratezza, entusiasmo di vita lontani da droghe, tra sport e musica e voglia di stare insieme dopo la scuola nelle compagnie o company (comitive a Roma..). Al pari dell'edonismo Reaganiano che segnò gli Anni 80 pure i Paninari li conoscevano tutti, come scrisse già nel 1989 nell'editoriale di commiato Davide Rossi, l'ex direttore del giornalino Paninaro: mensile in edicola assai diffuso (150mila copie al mese) di fumetti e rubriche. Proprio Davide è stato Special Guest di questo raduno, insieme all'altro super ospite Barbara Blanc, l'attrice protagonista nelle vesti di Clizia del film "Sposerò Simon Le Bon" dell'86, con lo stesso Moncler rosso; come me che con questo piumino nel Gennaio '88 ero stato alla redazione del Paninaro dove conobbi un allora giovane Davide Rossi e il geniale editore Renzo Barbieri che pubblicò due miei reportage: da Roma sul n.28 e sul n.43 da MilanoMarittima sui paninari in vacanza.

Infine una BREVE STORIA DEI PANINARI:
Dal 1982 una decina di amici liceali, diciottenni neopatentati, amanti dello sci e figli di imprenditori di Milano centro, prima di partire o al rientro da giornate sulla neve con Jeep Renegade e spaziosa Volvo Station si fermavano davanti al Bar Al Panino, in p.zza Liberty a Milano, vestiti in abbigliamento neve: Ray-ban, cappellino lana, Moncler, felpa (non c'era ancora il pile) Timberland utilizzate come doposci. Abbronzati, simpatici, spigliati (novelli Fonzie) con uno slang smargiasso, ma accattivante (alla Dogui) riscontravano successo, specie con le ragazze! Così, vedendoli "cuccare", altri ragazzi liceali, coetanei o in età da moto 125 (Zundapp e Cagiva) iniziarono a imitarne atteggiamenti e abbigliamento (persino l'abbronzatura da neve sostituita dalle lampade) e a ritrovarsi fuori dello stesso bar, in numero crescente; tanto che un giornalista, inviato del Corriere della Sera per un articolo di costume e società, li descrisse coniando il termine "Paninari": intendendo "quelli del Bar Al Panino". Sia chi era paninaro sia chi faceva il paninaro (imitando la prima decina di amici) fu a sua volta imitato dal 1984 in tv a Drive-In da Enzo Braschi col suo personaggio "il Paninaro!" che diffuse il fenomeno a livello nazionale; poi amplificato dal 1986 dalle riviste in edicola così che nella seconda metà degli Anni '80 molti teenagers in tutt'Italia divennero Paninari.

Milano, 27 Novembre 2021

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