Teleacras - I costruttori contro l'assistenzialismo

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Gero Micciché 17.09.2015
Amaro sfogo dell' Associazione dei Costruttori edili siciliani : "La Regione privilegia le spese assistenziali anzichè gli investimenti e il settore produttivo". Gero Micciché.






MICCICHE’
I Costruttori edili siciliani ancora una volta contro la Regione, la quale si sarebbe data da tempo a esose spese assistenziali invece di assecondare gli investimenti e il settore produttivo. Il presidente reggente dell’ Ance, Santo Cutrone, non usa mezzi termini e denuncia : “La classe politica che ci governa e che da anni interviene in maniera insufficiente per superare la crisi nel settore delle opere pubbliche probabilmente si è convinta che, dopo centinaia di chiusure e decine di migliaia di licenziamenti, siamo già tutti morti. Infatti continua incurante a definanziare infrastrutture vitali per l’economia della Sicilia e ad usare quei fondi per tappare falle di bilancio e per foraggiare spese assistenziali. Il risultato è solo quello di garantirsi la sopravvivenza e il consenso elettorale a scapito dello sviluppo produttivo e del benessere di milioni di siciliani”. Ancora il presidente dei Costruttori siciliani cita un esempio : “Per la terza volta in due anni sono state sottratte risorse al completamento della dorsale Nord-Sud sempre per lo stesso motivo e con la promessa, mai mantenuta, di rifinanziare quei lotti successivamente. Se oggi il collegamento Santo Stefano di Camastra – Gela fosse stato completato almeno nella tratta fino all’A19, oggi l’intera Sicilia non subirebbe i pesanti disagi provocati dal crollo del viadotto Himera che ha tagliato in due l’Isola”. L’ Associazione dei Costruttori edili di Sicilia rincara la dose : “Questa classe politica dorme sonni tranquilli, paga di avere soddisfatto la famelica richiesta di sussidio da parte di certe categorie sociali che, a loro volta, rispondono con il voto a chi garantisce questi privilegi. La classe politica che uccide lo sviluppo della nostra Isola – ammonisce Cutrone – credo faccia male i propri conti. Sappia che noi, per fortuna, siamo ancora tutti vivi e che da soli, con i centomila edili licenziati, nel confronto istituzionale così come alle urne pesiamo più di tutte queste categorie messe insieme. Sebbene non gridiamo e non sfasciamo le piazze, il nostro silenzio non significa che siamo disposti a tollerare ancora questa vergogna” - conclude il presidente dell' Ance. Ed è certo che ogni categoria guardi ai problemi dalla propria prospettiva, ma sono noti a tutti i numerosi problemi delle infrastrutture siciliane. Quanto dovremo ancora aspettare prima di avere infrastrutture che rispondano alle esigenze turistiche, commerciali e quindi economiche dei tempi d'oggi, in Sicilia?

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