L'ULTIMO TIRO di MICHAEL JORDAN in maglia BULLS

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🔴❌ L’ULTIMO TIRO di MICHAEL JORDAN da giocatore dei CHICAGO BULLS ❌🔴

14 Giugno 1998. Siamo a Salt Lake City, Utah. Gara 6 delle Nba Finals. I Bulls stanno conducendo la serie per 3 a 2 contro i Jazz. Mancano poco più di 10 secondi alla fine della gara e Chicago è sotto di uno. Michael Jordan ha la palla in mano. Tutti sanno cosa sta per accadere. Lo sanno gli avversari, gli spettatori, anzi lo sa tutto il mondo ancora prima che accada. Mancano pochi attimi al sesto anello in 8 anni per Chicago o ad un incredibile gara 7. Ma come si è arrivati a quel momento? Chi c’è sul parquet? Perché Utah in quel preciso istante è data come favorita? Beh, per scoprirlo bisogna riavvolgere il nastro. Bulls-Jazz non è una sfida come le altre, è il rematch delle Finals 1997. Nello scorso campionato Chicago arrivava a quella serie con il miglior record in Regular Season e di conseguenza con il vantaggio del fattore campo. Sul 2-2, MJ aveva praticamente vinto gara 5 da solo nel famoso “Flu Game” e alla sesta sull’86 pari, sapendo che sarebbe stato raddoppiato, aveva regalato l’assist per il tiro decisivo a Steve Kerr. Ma questa volta è diverso. I Jazz hanno lo stesso record degli avversari e, grazie alla vittoria del 4 febbraio su MJ e compagni, dove hanno recuperato uno svantaggio di ben 24 punti, hanno il fattore campo a loro favore. Si gioca al meglio delle 7, prime due partite in Utah, 3 di fila a Chicago e ultime due di nuovo a Salt Lake City. I mormoni arrivano alle Finals senza soffrire: alle semifinali hanno battuto 4 a 1 gli Spurs del rookie Tim Duncan e alle finali di Conference i Lakers di un giovanissimo Kobe Bryant. I Bulls invece nelle Eastern Conference Finals hanno faticato parecchio, lottando con gli Indiana Pacers fino a gara 7, vinta negli ultimi minuti di gioco. Ora è battaglia vera, Stockton e Malone sono desiderosi di prendersi la rivincita, mentre Chicago è consapevole che per loro sarà l’ultimo ballo. In gara 1, con Rodman che parte dalla panchina a causa di un infortunio, i Jazz vincono 88 a 85. Gara 2 è dei Bulls, 93 a 88. In gara 3 in Illinois accade qualcosa di mai visto prima nella storia della Nba. Chicago vince 96 a 54, concedendo il punteggio più basso di sempre a un avversario nelle Finals. Alla quarta Utah va sotto 3 a 1. Nessun team fino a quel momento era mai riuscito a ribaltare un risultato simile. Tutti sono convinti che non si tornerà a Salt Lake, i festeggiamenti sono già pronti in città. Invece in gara 5, con un reazione d’orgoglio, i mormoni vincono in trasferta. Si va alla sesta ed eccoci di nuovo al Delta Center. Si sparano fuochi d’artificio all’interno del palazzetto, tanto che tifosi e giocatori si devono tappare le orecchie. Se i Bulls perdono questa sera per loro probabilmente è finita, non hanno le forze per affrontare un’eventuale gara 7. Le motivazioni sono semplici, basta guardare la marcatura di Karl Malone su Pippen nell’azione più importante della serie. Scottie non è una minaccia da quando la sua schiena ha iniziato a dargli dei problemi in gara 3. Da quel momento ha provato in tutti i modi ad alleviare il dolore, fino alla primissima azione di gara 6. Proprio qui la sua schiena è andata praticamente fuori uso, riesce a muoversi a malapena. Passa la maggior parte del tempo nello spogliatoio seguito dai fisioterapisti, che provano in tutti i modi a rimetterlo in piedi. Pippen torna per la seconda parte della sfida, ma si vede che è dolorante. Se si andasse alla settima probabilmente non riuscirebbe a giocare e il fatto che Phil Jackson decida di tenerlo in campo infortunato, piuttosto che sostituirlo con qualcuno dalla panchina, fa capire quante poche scelte abbia il coach. Inoltre, visto che Ron Harper, altro giocatore fondamentale di quel team, ha problemi intestinali, Jordan si carica tutto il peso sulle spalle. Prova più tiri lui di quanti ne tentino tutti i suoi compagni assieme. Michael ha 35 anni, sta valutando il ritiro a fine stagione e senza contare gara 3, in tutte le partite ha giocato più di 40 minuti. In gara 5 ha tirato con solo il 34% dal campo, mancando il tiro della vittoria e anche questa sera la stanchezza si fa sentire. Fino a quel momento ha realizzato 14 canestri sui 34 tentati.

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