INVISIBLE BOY // Milky Way // XVI RELIGION

Описание к видео INVISIBLE BOY // Milky Way // XVI RELIGION

Autori:
Stefano Lunardi (John Princekin)
Andrea Di Benedetto (Benni)

Produttore :
Luca Brazzorotto (Jack Burton)
Antonio Masiero (Manto)

Additional synths :
Stefano Lunardi (John Princekin)
Christian Biscaro (Boulevard Pasteur)

TESTO

John Princekin :

Ho un libro sulla pace ancora, esattamente al centro della brace che a cerchio divora
e stringe il cappio a me che rido storpiato dall’ozio, perché l’odio è un mostro, posso cacciarlo ma a quale costo
l'ingenuità è un dono fra le stelle da dove provengo
qui è soltanto una finestra aperta per pioggia e vento
che si abbatta la tempesta sopra questa barca
il mio requiem è un pizzicato d’arpa dalla tomba d’acqua
non scordatevi chi siete nelle tasche d’altri
perché tutti sono stra-importanti prima di lasciarvi il vuoto dentro
sbiascicando colpe e qualche motivo
ed è solo carne per il tuo lupo cattivo che
non chiede niente sente, vede e prende sempre lente prede incerte e se tutto passa
a lui non passa un cazzo... vuole ancora carne grassa e dalla massa sangue caldo
non scordarlo quando sbotterai, quando te ne andrai, non portarlo quando tornerai
perché ogni uomo c’ha l’istinto di farti pagare il conto
mostra un sorriso finto ed in tasca ha un coltello pronto
non mi sento mica tanto bene, ringrazia tutti per la splendida serata insieme
non insistere ti giuro che fa un freddo cane...ok non è vero... mi spiace ma
RIT
Non me la sento di restare, mi spiace ma più rido più mi sento male ora devo andare
più possibile distante...più possibile distante
mi spiace me ne devo andare, che per scrivere un grande finale...devo andarmene distante
più possibile distante.
Ho un amico invisibile, che sta con me delle ore, dice che sono infallibile, dice che sono il migliore X2


Benni :
Ho vissuto mille vite a bordo del mio corpo, ho visto la creazione disegnare i tempi in veste eterna, troppi anni indietro all'era odierna
dalla casualità un proiettile diretto in fronte all'epoca moderna
il mio personalissimo giudizio su un paesaggio estinto casca come massi che si infrangono sul mio dipinto, tutto sommato poi non mi dispiace, sto allenando la mia mente al peggio e l'anima a non avere mai pace
sto pensando da impazzire dentro ho l'impressione di scordarmi indietro sempre qualche cosa
indago l'anticosa di ogni cosa di ogni vissuto distrutto, perché il giorno dopo non cancella tutto
smetti di pensare a questo e capirai, fai di questo gesto il tuo pretesto perché il giorno non finisca mai
sto intonando un canto di preghiera per la luna piena, mentre questi si lamentano per farmi pena
architetti del tessuto astrale unitevi scordate l'ego il mare questa sera brilla come argento, porta via con sé il loro risentimento
il tormento di fatiche destinate al fallimento
la retorica dei tempi sopra i necrologi
la vita dell'umano mentre ingoia croci
prima che l'inferno ci congeli scappo via di qua, niente discorso per l'umanità.

RIT

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