Eremo dei Romiti | Monte Froppa | Primo ed unico convento del Cadore

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Parcheggiamo l’auto in località Navàre a Domegge di Cadore in riva al lago del centro Cadore, subito ci accoglie un antico lavatoio restaurato che un tempo si trovava in paese e ora è stato trasferito qui e risistemato sotto una tettoia e adornato con una scultura in legno di una donna che lava i panni.
Prendiamo la strada sterrata che sale verso il rifugio e poco dopo guadiamo il torrente Saceido straripante di acqua date le molte piogge delle settimane scorse, poco più avanti il bivio tra la carrareccia che porta fino al rifugio e a dx il sentiero 347 detto della Via Crucis, perché lungo il sentiero si trovano tutte le stazioni che ricordano la via Crucis di Gesù, che in un’oretta ci porterà in cima al monte Froppa (1167mt) dove è ubicato l’Eremo.
Intrapreso il sentiero 347 iniziamo a salire in mezzo ad un bel bosco fino ad incontrare la prima delle 15 stazioni tutte in legno intagliato e decorate con le immagini che raffigurano i vari passaggi della via Crucis, oggi ci sono con noi adulti anche Sofia e Davide che avendo 10 anni si divertono un mondo a saltellare qua e là e ad ammirare il bosco e le sue piante, con questo clima allegro arriviamo in fretta alla stazione 15 costituita da un capitello in muratura tutto affrescato al suo interno, davvero molto bello.
Al capitello ci fermiamo un attimo sulle panche a bere un sorso d’acqua e ripartiamo alla volta del rifugio che ormai è ben visibile sopra di noi, altri 5 minuti di sentiero e siamo arrivati.
L’Eremo sei Romiti fu costruito nel 1720/21 ed è stato l’unico convento esistito in Cadore, ci vissero 8 frati che abitarono il convento per 90 anni, facenti parte di un ordine francescano dei penitenti laici dei Romiti (eremiti). Vivevano qui in povertà e preghiera coltivando l’orto e elemosinando. La chiesa fu costruita nel 1725 grazie alle donazioni di privati cittadini e fu dedicata a San Giovanni Battista. L’Eremo fu abbandonato il 20 aprile 1810 per ordine di Napoleone Bonaparte che ordinava la chiusura di tutti i monasteri religiosi. Nel 2009 il monastero è stato restaurato dal comune di Domegge di Cadore e i lavori di restauro della chiesa, partiti nel 2014 sono tutt’ora in atto.
Al momento il rifugio è gestito da una coppia che lo gestisce in maniera impeccabile sfornando ottimi piatti e dedicandosi all’intrattenimento della clientela con racconti di varie storie e leggende del posto accompagnati da dei liquori di produzione propria.
Noi sostiamo per un’oretta ordinando da bere e sedendoci su un tavolo all’ esterno, ci vengono serviti insieme alle bevande anche degli stuzzichini. Fatto un giro nella chiesetta tutt’ ora in fase di restauro e all’ interno del rifugio decidiamo di ripartire, scenderemo per il Troi de l’orse o sentiero dell’ orso. Questo sentiero è un saliscendi in mezzo ad un bosco lussureggiante e ricco di biodiversità che viene spiegata attraverso alcune tabelle descrittive sul percorso in corrispondenza della sorgente del rio Saceido è stata posta sotto delle rocce la statua in legno di un orso a ricordare la sua presenza un tempo in questi luoghi. Arrivati in località Fienili Focen è possibile scegliere se svoltare verso il rifugio Cercenà e poi scendere al punto di partenza oppure salire verso il bivacco Montanel. Noi scendiamo anche perché a breve hanno messo pioggia, passiamo vicino a dei fienili di cui alcuni recuperati molto bene e in breve siamo sulla strada asfaltata che porta al rifugio Cercenà e Padova, ne percorriamo un breve tratto e sbuchiamo sulla strada che costeggia il lago del centro Cadore dove abbiamo parcheggiato. Schivata la pioggia per un pelo, noi e i bambini siamo molto soddisfatti dell’escursione di oggi, abbiamo anche visto una volpe!

Localizzazione: Veneto – Belluno – Domegge di Cadore.

Linea telefonica presente su quasi tutto il percorso.

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