Bellini e Cocciolone: gli istanti prima dell'abbattimento su Kuwait City

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Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, una formazione di otto cacciabombardieri Tornado della missione "Locusta", tra cui quello del Maggiore Pilota Gianmarco Bellini e del Capitano Navigatore Maurizio Cocciolone, decollano dalla base di Al Dhafra, negli Emirati Arabi, per un'azione di bombardamento su alcuni obiettivi a nord di Kuwait City.
Il velivolo leader ha immediatamente un inconveniente tecnico al carrello e deve tornare. Dopo qualche ora, altri sei Tornado rientrano perché una tempesta non consente il rifornimento in volo, necessario per raggiungere gli obiettivi.
Il Maggiore Bellini e il Capitano Cocciolone proseguono da soli la loro missione.
Arrivati su Kuwait City, il Tornado si lascia la città in basso a sinistra e a bassa quota, mare alle spalle, imposta la prua sull'obiettivo, assumendo la configurazione tattica prevista.
E' notte fonda quando il carico bellico va a segno. Immediatamente l'equipaggio inizia la manovra di allontanamento, con una virata di 180 gradi attorno all'obiettivo, ma la contraerea irachena colpisce il velivolo.
A una velocità di circa 1.000 km orari e a 30 metri da terra non resta che lanciarsi.
Il Maggiore Bellini dà l'ordine: "Eject -- eject -- eject".

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