Come ottenere il risarcimento per malattia professionale

Описание к видео Come ottenere il risarcimento per malattia professionale

In questo video l'avv. Giuseppe Lauro, spiega brevemente come ottenere un risarcimento per malattia professionale.
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In questo video parleremo della delicata questione delle malattie di origine professionale e di come ottenere un risarcimento.
Alcuni lavori per le proprie caratteristiche hanno un impatto significativo sull’organismo di chi li svolge.
Lo svolgimento di tali mansioni protratto negli anni causa, purtroppo spesso, lo sviluppo di patologie, più o meno gravi, che progressivamente compromettono la capacità lavorativa e, nei casi più gravi, pregiudicano il fisiologico svolgimento delle attività della vita quotidiana.
Consideriamo, ad esempio, un carpentiere edile che nell’esercizio della propria mansione è adibito alla movimentazione manuale di carichi pesanti senza l’ausilio di attrezzature o macchinari adatti.
Tale azione, che è tipica del lavoro di carpentiere, provoca un sovraccarico dell’apparato scheletrico e muscolare che si perpetua durante tutto l’orario di lavoro per giorni, mesi, anni.
Oppure ad un macchinista che è sottoposto a forti rumori, frequentemenete, senza l’uso di appositi sistemi di protezione.
Infine prendiamo tutti quei lavoratori che nell’ambiente di lavoro sono esposti, per contatto od inalazione, ad agenti chimici o biologici che provocano irritazioni dell’apparato respiratorio o della pelle, come ad es. a chi negli anni è venuto a contatto con l’amianto, oggi vietato, sviluppando gravi patologie polmonari.
Questi sono solo alcuni esempi di esposizioni a rischi, che
Sembrano quasi fisiologici di molti lavori, ma che possono provocare, nel corso del tempo, un’usura precoce del corpo del lavoratore sfociando in patologie che perciò definiremo di origine professionale.
Queste patologie possono essere le più disparate da quelle che affliggono il sistema scheletrico come, ad esempio, le ernie del disco, o l’apparato uditivo come nel caso delle ipoacusie fino ad arrivare ad interessare gravemente l’apparato respiratorio come nel caso di malattie gravi ed irreversibili come tumori, silicosi e asbestosi.
In tutti questi casi il lavoratore, assicurato INAIL, dipendente o come autonomo, ha diritto ad un risarcimento.
Il datore di lavoro, qualora presente, rimane estraneo all’iter di riconoscimento della malattia professionale non subendo nessuna conseguenza negativa dall’iter di accertamento della tecnopatia.
Il sistema risarcitorio si basa sul riconoscimento, previo accertamento, di un punteggio di danno biologico che a seconda dei casi, darà luogo ad un indennizzo in capitale, ossia ad una somma di denaro erogata una tantum, se il punteggio è compreso tra il 6 ed il 15% o ad una rendita qualora il punteggio sia pari o superiore al 16.
L’importo di tale risarcimento o rendita è relazionato alla quantità di danno biologico e ad una serie di altri fattori.
Quello che risulta determinante ai fini della riconducibilità di una determinata patologia nell’alveo delle malattie professionali e, quindi, dell’erogazione dell’indennizzo è l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra la mansione specifica che il lavoratore svolge e la patologia denunciata.
Con riferimento all’iter da seguire, il lavoratore dopo la denuncia malattia all’ente viene convocato dall’Inail per una visita volta all’accertamento del nesso causale. Il provvedimento che ne scaturirà, qualora negativo, potrà essere oggetto di opposizione amministrativa.
Infine, nel caso anche l’opposizione dia esito negativo si potrà adire all’autorità giudiziaria con l’assistenza di un legale.
Tale procedura spesso può essere complesso ed il lavoratore, ammesso che ne conosca l’esistenza, demorde già prima di cominciarla. In altri casi dopo la prima denuncia conclusasi con il rigetto da parte dell’ente il lavoratore desiste dal presentare l’opposizione che prevede costi ulteriori quali l’assistenza di un medico legale, oppure ricade negli stessi errori che hanno determinato il rigetto della prima domanda affidandosi a chi non conosce la materia. Il risultato è il mancato esercizio di un diritto ad essere indennizzato per la patologia derivante dalla lavorazione usurante.

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