Documentario audiofonico storico: la spedizione in Lucania di Ernesto de Martino 1952

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Documentario audiofonico storico: la spedizione in Lucania di Ernesto de Martino del 1952, con le regitrazioni di musiche tradizionali in Lucania di Diego Carpitella e Ernesto de Martino del 1952. Accompagnate da vecchie fotografie lucane e vecchi filmati storici lucani.

Racconto documentato degli appunti presi in Lucania di Ernesto de Martino e la "spedizione in Lucania" del 1952, in cui si racconta nel dettaglio gli incontri con quella civiltà rurale che oggi è in gran parte scomparsa. La spedizione in Lucania (30 settembre-31 ottobre 1952) è considerata l'atto di nascita dell'etnomusicologia italiana perché per la prima volta si effettuarono registrazioni sul campo secondo criteri organicamente unitari. Realizzate con i mezzi tecnici messi a disposizione dalla RAI, all'interno di un'indagine antropologica condotta da un'équipe formata da Ernesto De Martino, Diego Carpitella, Vittoria de Palma, Franco Pinna e Marcello Venturoli, le rilevazioni sonore interessarono i comuni di Matera, Grottole, Ferrandina, Pisticci, Colobraro, Valsinni, Stigliano, Tricarico, Potenza, Marsico Vetere, Viggiano e Savoia di Lucania. Questa ricerca etnografica in bilico tra canti popolari, magie e canti funebri prendeva spunto dalla rivelazione improvvisa di un mondo contadino arcaico e sconosciuto, un mondo svelato attraverso le pagine di "Cristo si è fermato ad Eboli" (1945) di Carlo Levi. La suggestione di una terra magica e misteriosa, che attraverso i suoi canti deve avere affascinato de Martino e i suoi collaboratori. La conoscenza delle musiche contadine del nostro Paese era ancora molto scarsa. Da almeno un secolo si erano raccolti testi di canti popolari, sulla base di un interesse letterario di matrice romantica, ma degli aspetti musicali, in assenza di registrazioni sonore, assai poco si sapeva. Resosi conto, nelle sue prime esperienze sul campo, di come la musica caratterizzasse significativamente le culture del mondo agro-pastorale, De Martino volle affrontare una spedizione che per la prima volta si faceva carico di documentare sistematicamente, con la registrazione, anche le espressioni musicali delle diverse comunità: da allora, la campagna di rilevazione in Basilicata è considerata come la data di nascita dell'etnomusicologia italiana. Quella memorabile spedizione era anche l'esito di un felicissimo punto di incontro tra ricerca, interessi culturali, compiti istituzionali e impegno politico sociale testimoniato anche dal fatto che fu sostenuta, oltre che dall'allora Centro Studi Nazionale Musica Popolare e dalla RAI, anche da un più articolato fronte che annoverava diverse riviste e associazioni culturali nonché le principali forze politiche e sindacali... Le registrazioni rivelano un mondo musicale di qualità e ricchezza inimmaginabili: straordinarie voci femminili, suonatori di organetto, canti alla zampogna e al cupa cupa, nei più vari repertori, dalle ninne nanne ai lamenti funebri, dai canti di lavoro ai canti di questua, dalle tarantelle ai canti infantili. La musica pervadeva davvero la vita di quei contadini e pastori che manifestavano una sorprendente capacità di gioia, festa, scherzo, ironia, creatività e poesia. Con un denso apparato critico, che per la prima volta affronta in modo approfondito la trascrizione del testo poetico dei canti.

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