MILITELLO IN VAL DI CATANIA
Secondo la tradizione, Militello venne fondata da alcuni soldati romani del console Marcello di ritorno dall'assedio di Siracusa, attratti dall'amenità del luogo. Così, il nome verrebbe da "Militum tellus", cioè "Terra di soldati". Altri ne propongono un'origine greca o ritengono che fosse un importante centro siculo dell'epoca
di Ducezio. In un territorio ancora quasi incontaminato, dove si esalta il connubio tra archeologia e paesaggio, si trovano numerosi insediamenti preistorici e necropoli rupestri dall'età del Rame all'epoca dell'ellenizzazione, che hanno restituito preziosi reperti e corredi funerari.
Feudo dei Barresi dal XIV secolo, Militello passò, nella seconda metà del '500, sotto la signoria del principe Francesco Branciforti con il quale vide l'inizio di un periodo di splendore che attraversò tutto il '600. Egli radunò, in una corte tra le più celebri della Sicilia, artisti, storici, giuristi e diede vita ad un progetto di ristrutturazione urbana all'avanguardia per i tempi. Travolta dal terremoto del 1693, la città venne in parte ricostruita nell'arco di tutto il '700, fra incertezze e conflitti che diedero, tuttavia, un'alta qualità artistica di risultati. Dalle rare testimonianze medievali al fasto delle chiese e dei palazzi barocchi, dall'abilità dei suoi scalpellini alla vivacità del Liberty, Militello conserva tuttora i segni del suo passato Glorioso. Grande il fervore dell'arte a Militello, legato soprattutto alla committenza dei Barresi e dei Branciforti, che a partire dal XV secolo favoriscono una vivace circolazione di artisti aggiornati. Giungono, così, capolavori di celebri maestri, come il Laurana e Andrea della Robbia; lavorano personalità come i Gagini e Filippo Paladini; nascono, o si stabiliscono, pittori e scultori di qualità che, soprattutto nel XVIII secolo, daranno un importante contributo alla ricostruzione e al decoro della città dopo le devastazioni del terremoto.
La fastosa corte rinascimentale di don Francesco Branciforti e di donna Giovanna d'Austria, nipote di Carlo V e cugina del re di Spagna, vide il fiorire, in un piccolo centro come Militello, di una brillante vita culturale contrassegnata da accademie, teatri,
spettacolari feste pubbliche e private. Ne fu testimone l'ingegnoso storico Pietro Carrera, curatore di una straordinaria biblioteca con annessa tipografia. Dopo il terremoto, Militello subì una profonda metamorfosi sociale che la portò a diventare, col suo miscuglio tra sacro e profano, la più singolare città “borghese” della Sicilia.
Nasce così il Museo di San Nicolò, nella suggestiva struttura espositiva dei sotterranei della Matrice, un percorso della vita artistica di Militello attraverso argenti, oreficeria, oggetti devozionali, arredi sacri, sculture e importanti dipinti. Così anche il Tesoro di Santa Maria della Stella con i suoi calici, pissidi, reliquiario, ostensori, gioielli ex voto e paramenti. Una varietà di oggetti sacri tra i più preziosi e significativi del comprensorio urbano legati alle chiese di San Nicolò Santissimo Salvatore e di Santa Maria della Stella, monumenti dichiarati nel 2002 dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità.
Numerose a Militello le celebrazioni religiose, dense di сuра drammaticità ma anche di una notevole componente laica. Dalla festa di San Giuseppe ai riti pasquali del Mercoledì e del Venerdì santo, dalle ricorrenze delle feste patronali in onore del Santissimo Salvatore (18 agosto) e di Santa Maria della Stella (8 settembre) alla Sagra della Mostarda e del Ficodindia (mese di ottobre) fino a Dicembre con il Presepe Vivente nel Parco Archeologico di Santa Maria la Vetere.
Dal 2020 Militello in Val di Catania entra a far parte dei Borghi più belli d'Italia.
Tratto da Militello in Val di Catania Kalos Luoghi di Sicilia.
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