Quindici anni di ricerca sismologica sulla sequenza sismica dell’Aquila 2009

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A cura di Luisa Valoroso

Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 Aprile 2009, una scossa di magnitudo Mw 6.1 colpì una vasta area della provincia dell’Aquila e fu avvertita in tutta l’Italia centrale. La scossa principale si verificò dopo alcuni mesi di terremoti di energia moderata avvertiti dalla popolazione. Il terremoto provocò 309 vittime, 1.600 feriti e oltre 70.000 sfollati, oltre a danni gravissimi alle infrastrutture e al patrimonio culturale della città dell’Aquila.
A seguito dell’evento principale del 6 Aprile, la Rete Sismica Mobile dell’INGV, in coordinamento con altri istituti europei (Institut des Sciences de la Terre di Grenoble e il GFZ di Potsdam), installò una rete composta da più di 60 stazioni sismiche che permise l’acquisizione di uno dei dataset sismologici più ricchi per la descrizione di una sequenza sismica su faglie normali.
La concomitanza di una grande quantità di dati (sismici e geodetici) e di procedure automatiche per la loro analisi, ha permesso una descrizione molto accurata delle varie fasi di evoluzione della sequenza sismica (fase preparatoria, cosismica e post-sismica), oggetto di moltissimi articoli scientifici prodotti da autori INGV e da ricercatori della comunità internazionale.
In questo intervento cercherò di riassumere le conoscenze maturate nei passati 15 anni di ricerca sismologica e sulle ricerche tutt’ora in atto, sperando di stimolare una comune riflessione su questa sequenza sismica.

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