ALONZO MOURNING - Il guerriero che non si è mai arreso
Alonzo Harding Mourning nasce a Chesapeake l'8 febbraio del 1970.
L'intera sua vita gli porrà davanti sfide che lui, puntualmente, prenderà di petto, affrontandole e sconfiggendole a muso duro, come è sempre stato abituato a fare sui campi da basket.
Da piccolo i genitori divorziano e lui, prima sfida della sua vita, è costretto ad andare a vivere in una sorta di orfanotrofio / casa famiglia presso Fannie Threet, quella che da lì in poi considererà come una madre.
“Fannie ha guidato ogni passo del mio cammino. Il suo messaggio era sempre: si può fare. Lei è molto affettuosa , semplicemente incredibile… lei era lì quando avevo bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi. Lei mi ha dato l’opportunità di crescere”
Il piccolo 'Zo cresce. E cresce veramente tanto. Troppo.
Alla High School, in un'era dominata a livello mondiale dai grandi centri, comincia a farsi notare con cifre da capogiro. 22 punti, 11 rimbalzi e 5 stoppate a partita.
Già a 16 anni diviene un prospetto NBA e lui, che le sfide le prende di petto, accetta anche questa.
Al college sceglie l'università di riferimento per i grandi centri: Georgetown. Il college di Washington, che ha sfornato tra gli altri Pat Ewing e Dikembe Mutombo, lo forma e lui ricambia le attese.
Diventerà il leader ogni epoca per palle recuperate della Division One e, con Ewing, l'unico con oltre 2000 punti e 1000 rimbalzi in 4 anni di college.
Si, c'era ancora questa malsana prassi di farsi 4 anni di college prima di intraprendere la carriera professionistica.
Prendetela come frecciata ai giovani d'oggi, che si fanno ingolosire dai soldi facili, abbandonano gli studi e poi hanno una meccanica di tiro da mani fra i capelli. Vero Ben Simmons?
A parte la divagazione, le cifre di Alonzo sono impressionanti. Viaggia a 26 punti, 13 rimbalzi e più di 6 stoppate ad allacciata di scarpa.
Nel draft del 1992 non viene scelto alla prima assoluta, solamente perchè sopra di lui c'è, e sempre ci sarà, Shaquille O'Neal.
Gli Charlotte Hornets non se lo lasciano sfuggire e lui, nel suo anno da rookie, diventa già uno dei centri più dominanti della lega, con 21 punti, 10 rimbalzi e 3.5 stoppate di media a partita. Il tutto, contro gente come O'Neal, Ewing, Olajuwon, Robinson e quella meravigliosa classi di centri.
Ma anche questa volta, niente premi. Shaq vince il rookie dell'anno, lui no, nonostante arrivi ai playoffs e perda solamente in semifinale di conference proprio con i Knicks di Pat Ewing.
La prima stagione a Charlotte alza di molto l'asticella e le aspettative nei suo confronti. Le sue cifre e la sua costante cattiveria e presenza sotto canestro non mancheranno, ma gli Hornets non saranno più in grado di ripetersi, tanto da optare, nel 1995, per una trade che manda Alonzo a Miami in cambio di Glen Rice. Ma ad est, il territorio è saldamente in mano ai Chicago Bulls ed i New York Knicks che, in quegli anni, battagliano costantemente per raggiungere le finali.
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