Disegno Tecnico (Lez. 98) - L' ASSONOMETRIA ORTOGONALE (Proiezioni assonometriche ortogonali).

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RIASSUNTO DEL VIDEO:
In questa lezione introdurremo ed illustreremo l’assonometria ortogonale.

Nella prima lezione dedicata alle assonometrie abbiamo detto che le proiezioni assonometriche possono essere di due tipi: oblique o ortogonali.
Quando il quadro di rappresentazione è obliquo ai quadri di proiezione, l’assonometria si dice ortogonale. Questo perché, quando il quadro assonometrico è obliquo ai piani di proiezione, i raggi proiettanti che proiettano l'oggetto sul quadro assonometrico sono ortogonali (cioè perpendicolari) al quadro stesso. Da qui il nome “assonometria ortogonale”.

Quando il piano di rappresentazione è obliquo ai piani di proiezione, esso genera su di essi delle tracce inclinate (come del resto accade sempre nei piani generici) che intersecano gli assi assonometrici in tre punti. Le tre tracce determinano sul quadro di rappresentazione un triangolo. Questo triangolo è chiamato “triangolo fondamentale” o “triangolo delle tracce”.
Se mandiamo dal punto O (origine degli assi assonometrici) un raggio di proiezione perpendicolare al quadro assonometrico, troveremo il punto O’, che è anche l’incontro delle altezze del triangolo. Cioè il suo ortocentro. Le sue altezze non sono altro che le proiezioni sul quadro degli assi assonometrici. Sarà su di loro che andremo a riportare la larghezza, l’altezza e la profondità degli oggetti sul nostro foglio di lavoro.

Nella pratica la questione è nettamente più semplice di come possa apparire da questa breve spiegazione.
Iniziamo disegnando un triangolo, a cui possiamo assegnare le misure che vogliamo.
Questo triangolo è il triangolo fondamentale o triangolo delle tracce. Le sue altezze (che saranno i nostri assi assonometrici) si incontrano nel punto O’.
Possiamo fissare il triangolo delle tracce o i tre assi assonometrici a nostro piacimento, in virtù di quello che è noto come teorema di Pohlke.

Sappiamo che i lati dell’oggetto da rappresentare dovranno seguire le direzioni dei tre assi assonometrici così determinati. Però non sappiamo qual è la scala di riduzione delle misure da applicare a ciascuno di essi. L’unica cosa che possiamo dire, a priori, è che una riduzione c’è di sicuro, poiché gli assi sono stati proiettati su un piano obliquo.
Come determinare questa scala di riduzione non è difficile, e dipende dalla particolare inclinazione che abbiamo fatto assumere agli assi.

L’assonometria ortogonale può essere a sua volta di tre tipi, a seconda degli angoli che i tre assi assonometrici formano tra loro:
1) ISOMETRICA;
2) DIMETRICA;
3) TRIMETRICA

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Figure tratte dai seguenti testi:
1) GEOMETRIA DESCRITTIVA E SUE APPLICAZIONI, di Saverio Malara. Zanichelli editore.
2) LINEE IMMAGINI, di Franco Formisani. Loescher editore.

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