Conservatorio di Perugia Classe di Organo del Prof. Brizi - Sintesi del concerto di Trevi - 13.04.24

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Complesso Museale di San Francesco a Trevi (Perugia).
Concerto inserito nel cartellone "RestinNoise".
Un ringraziamento particolare all'Associazione "Digital Primitives", all'Amministrazione del Comune di Trevi ed al personale del Museo.

L'organo (note a cura di Carlo Roberto Petrini)

Sulla parete di sinistra della navata della Chiesa di san Francesco di Trevi domina l’organo monumentale già considerato "rarissimo esemplare superstite di quel tipo che nel Rinascimento veniva definito organo da muro". Lo strumento fu commissionato dai frati di San Francesco a mastro Paolo Pietro di Paolo di Montefalco, così come risulta dal rogito in data 22 settembre 1509 redatto per mano del notaio Pompeo di ser Nicola di Montefalco .
Con tale atto mastro Paolo Pietro si obbligò a consegnare, prima del Natale dello stesso anno "unum parum organorum" per il prezzo di 80 fiorini (valutati in ragione di 40 bolognini a fiorino) e sotto la pena di 10 fiorini in caso di inadempienza. La pesante penalità ci fa certi che il "paio d’organi" (cioè l’organo composto dal prospetto con canne di facciata e nel retro le canne di registri diversi) suonò per la prima volta nel Natale del 1509 .
L’organo fu aggiustato per la prima volta nel 1526 e il Comune intervenne con un finanziamento di 25 fiorini. Nel 1528 a causa della povertà della Chiesa di San Francesco, il Comune stipendiò dal l’organista fino al 1695. Nel 1594 sono necessari nuovi lavori. A tale scopo venne costituito un comitato di sei persone, scelte tra le famiglie più in vista della città, che raccolsero fondi fino al 1603. I lavori di miglioramento si concludono nel 1612 in quanto il Comune mette a disposizione 25 scudi, determinanti per la fine dell’opera. Anche il Papa Clemente VIII interviene con atto del 22 novembre del 1602 del notaio Flaminius Rensius, mettendo a disposizione cinquanta scudi con l’obbligo “d’impegnarli nell’ammodernamento dell’organo della loro chiesa, poiché S. S.tà dona al quel luogo per tal servizio detti scudi cinquanta et da la camera le saranno fatti buoni in detta partita di scudi trecentocinquanta”. A queste fasi di intervento risale lo spostamento nella controfacciata dello strumento e l’aggiunta della monumentale cantoria.
Altri lavori vennero eseguiti nella metà del XVIII secolo, con il rifacimento del somiere e l’aggiunta della voce umana e della cornetta. L’intervento venne eseguito dalla famiglia Fedeli, organari marchigiani, molto attivi anche in Umbria. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento l’organo fu ampliato per opera di Rodolfo Luna, il quale, secondo il suo stile, sostituì tastiera, pedaliera, manticeria e basseria. L'organo si presentava presentava con 37 canne di mostra su cinque campate, le centrali a tortiglione, tastiera cromatica di 49 tasti, pedaliera cromatica di 27 pedali, registri comandati da sei tiranti a pomello, mantice a lanterna posto nel basamento con due soffietti di alimentazione azionati a pedale e trasmissione meccanica di tipo sospeso. Il nucleo più antico delle canne risale alla prima costruzione documentata nel 1509 e "si tratta del complesso di canne più antico esistente in Umbria ed uno dei più antichi in senso assoluto" .
La cassa, appesa alla parete, ha il prospetto in legno intagliato dipinto a tempera ed è diviso in cinque campate: la maggiore collocata al centro con il secondo ordine di canne morte sovrapposte alle due campate reali minori. I dipinti della cimasa raffigurano San Domenico e San Francesco ai lati Santa Caterina da Siena e Santa Chiara. In alto l’Annunciazione. La cantoria è composta da dieci comparti con tele incollate su tavola raffiguranti dal fianco sinistro, verso sinistra: San Didaco, Santa Chiara di Assisi, San Bonaventura da Bagnoregio, Sant’Antonio da Padova, San Giuseppe, Sant’Emiliano, San Bernardino da Siena, Santa Maddalena, Santa Lucrezia e Santa Caterina d’Alessandria. Tutti i dipinti sono riferibili al XVII secolo .
Nel 1919 il Comune requisisce per tre anni la chiesa per farne la rimessa del grano. Una volta restituita la chiesa al suo uso originario, la Pia Unione di S. Giuseppe, proprietaria dell’edificio sacro dal 1859, sollecita l’Amministrazione comunale di intervenire economicamente per le spese di restauro dell’organo, non più funzionante a causa delle polveri depositate del grano. Il Consiglio Comunale nega il contributo asserendo che: “la chiesa di S. Francesco è già troppo costata al Comune”.
Lo strumento viene completamente restaurato nel 1998 a spese della Amministrazione Comunale. Il restauro strumentale eseguito dalla ditta Ars Organaria Pinchi di Foligno, fu terminato nella primavera del 2005.
Disposizione
Principale
Ottava Flauto in Ottava
Quintadecima
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Sono stati collocati in coda al somiere i registri di Flauto in XII seicentesco, Voce Umana e Cornetta (Fedeli).
Pressione 44,3 mm in colonna d’acqua. Corista 445 Hz a 20°. Temperamento: Tono Medio ¼ di comma sintonico.

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