Si sa, le canzoni fanno giri strani, cambiano ma, alla fine, rimangono fedeli a se stesse.
E' il caso di questa broadside ballad del XIX secolo, appartenente al filone delle fanciulle abbandonate da quel po!£?co di un marinaio (che alle volte, a sua discolpa, semplicemente affoga) che probabilmente partì dall'Inghilterra col titolo The Constant Lovers, passò in Irlanda trasformandosi in The Damsel’s Lament per finire poi, grazie agli emigrati che dalla Terra di smeraldo andavano nel Nuovo Mondo, col titolo con cui la registrò, a tempo di valzer, la Carter family nel 1938.
La fanciulla sedotta e abbandonata, una volta compreso che non rivedrà il suo bel marinaio, si getta da una rupe nel mare agitato, dicendo così addio al mondo crudele. Le conchiglie le faranno da catafalco e i pesci nuoteranno garruli sopra di lei.
In questa versione, più moderna, il giovane fedifrago non è un marinaio in quanto se la batte col treno del mattino.
La versione, tra le dozzine esistenti, che trovo più bella è quella di Johnny Cash e Linda Ronstandt, dal vivo e capace di mostrare il passaggio di testimone tra due generazioni e come, quando c'è talento, intelligenza e musicalità, le barriere fra i generi siano facilmente abbattibili. Lui, legato al country e sposato a una Carter, lei rockettara, che tornano con semplicità e modestia alle origini della musica popolare americana.
Linda, la più bella e multiforme voce femminile del secolo scorso, la registrò da sola anche nel suo album Simple dreams.
Stupenda anche la versione molto romantica e dolce, come la sua voce, di Harry Belafonte (che dal testo prese un verso per intitolare il suo LP "Love is a gentle thing").
Joan Baez la registrò quando non era ancora famosa e su youtube si trova un video del 1958 in cui la giovanissima e sconosciuta Joan, con una frangetta inguardabile, la esegue mostrando già perchè diventerà famosa.
L'hanno eseguita gli Weavers e ciascuno dei tre fratelli Seeger, Pete, Peggy e Mike. E i Brothers four, che hanno usato il titolo originale.
E molti altri.
Perchè è una canzone semplice, con una storia semplice, testata dal tempo, che tutti possono comprendere, e, come diceva il vecchio e saggio Pete Seeger: "Qualunque stupido sa fare cose difficili; il difficile è fare cose semplici". Less is more.
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