La lavorazione sughero è un'arte speciale.
Richiama infatti un sacco di elementi basici, ovvero strettamente legati all'essenza della natura, umana e vegetale.
Li ho colti visitando la foresta e il sugherificio Molinas, la più importante azienda nel settore presente in Italia, a Calangianus, il paese del sughero, di cui è l'economia trainante, con centinaia di famiglie che vivono grazie a questa straordinaria materia prima.
Tutto parte dalla foresta della Gallura, un'estensione immensa di migliaia di ettari disseminati di querce da sughero, che i Molinas accudiscono e lavorano da sempre. Iniziarono circa un secolo fa i capostipiti della famiglia, che oggi annoverano un nutrito gruppo di discendenti familiari.
Entrando nella foresta, si entra a contatto con un mondo tutto da scoprire e raccontare, in cui gli scorzini, gli estrattori di corteccia, sono l'anima, perché sono loro a capire dove andare a fare la decortica. Muniti di ascia con manico appuntito per permettere lo stacco della corteccia, si spostano di pianta in pianta ripetendo gesti antichi, precisi ed estremamente rispettosi della pianta che, come capirete guardando il video, non soffre affatto durante questa operazione, perché è come se si liberasse di un cappotto inutile.
Una volta trasportata in laboratorio, tuttavia, la corteccia non viene immediatamente lavorata, ma lasciata stagionare per almeno sei mesi.
Trascorso questo tempo, viene bollita, ovvero immersa in acqua bollente per circa un'ora, per renderla malleabile e per togliere qualsiasi impurità.
Dopo la pressatura avviene la selezione per la fustellatura e i trattamenti di rifinitura.
C'è tanta tecnologia, ma prima di tutto c'è una componente umana sempre fortemente presente, perché vengono coinvolte le abilità sensoriali dei tanti collaboratori, che devono controllare visivamente ogni corteccia, annusarla e selezionarla, in modo da eliminare il rischio tca (tricloro assinolo), la molecola che conferisce al vino il fastidioso sapore di tappo.
Un percorso affascinante che culmina con i "nasi" femminili, addette alla selezione dei tappi d'alta gamma, annusati uno ad uno.
Guardatelo bene questo video: c'è un lato umano importante, dal quale l'intera produzione non può prescindere. E questo, nell'epoca digitale e dei cambiamenti rapidi, sembra quasi un paradosso.
Eppure il mondo del sughero è proprio questo, come sentirete raccontare da Paolo, la quarta generazione dei Molinas, presente con una sede operativa anche a Verona.
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