Unione Europea 5: Cittadinanza europea. Bonato Giovanni (spiegazioni)

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Si tratta di una figura giuridica peculiare che è stata creata nel 1992, dal Trattato di Maastricht, e la cui disciplina è contenuta nei Trattati attualmente in vigore ed anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Come affermato dalla Corte di Giustizia, la cittadinanza europea è “lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri”.
La cittadinanza europea ha delle caratteristiche particolari che la distinguono dalla cittadinanza e dalla nazionalità di uno degli Stati membri.
La cittadinanza europea, infatti, si aggiunge e non si sostituisce alle varie cittadinanze nazionali di uno dei paesi europei.
La cittadinanza europea ha anche un carattere derivato, nel senso che: si è cittadini europei perché si ha la cittadinanza e nazionalità di uno Stato membro della Unione. L’attribuzione della cittadinanza europea è automatica e viene conferita per il solo fatto di possedere la cittadinanza di uno degli Stati membri. In altre parole, oltre ad essere cittadini italiani, noi siamo anche cittadini europei.
L’idea di fondo che sta alla base della creazione della cittadinanza europea è quella di permettere agli europei di essere dei protagonisti attivi della costruzione europea e non più solo dei semplici destinatari di norme giuridiche dell’Unione.
La cittadinanza europea impone l’applicazione del principio della non discriminazione per ragioni di nazionalità (art. 18 TFUE) e del principio del trattamento nazionale (art. 24 TUFE).
In base a tali principi, uno Stato (detto ospitante) non può discriminare una persona proveniente da un altro Stato (detto di origine). Lo Stato ospitante deve garantire a chi proviene da un altro Stato lo stesso trattamento che è previsto per i propri cittadini nazionali. In linea generale e salvo eccezioni, l’Unione deve costituire uno spazio unitario ed identitario, in cui tutti i cittadini europei sono titolari degli stessi diritti che vengono conferiti da un determinato Stato membro all’interno del suo territorio ai cittadini nazionali. Più semplicemente, un italiano che lascia l’Italia (suo paese di origine) per andare a vivere in Francia (paese ospitante) deve poter godere degli stessi diritti di un francese, salvo alcune eccezioni.
Uno dei diritti che spettano ai cittadini europei è quello di di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Ogni cittadino europeo può scegliere di spostarsi dal proprio paese di origine e andare a vivere in qualsiasi altro Stato membro della Unione, per lavorare o studiare o anche solo semplicemente vivere. In realtà, per dei soggiorni di lunga durata in altri Stati membri (superiori a tre mesi), ci sono alcune condizioni economiche e finanziarie da rispettare e alcune limitazioni derivanti dall’ordine pubblico o da motivi di pubblica sicurezza o di sanità pubblica. Per soggiorni superiori a tre mesi, le persone che non lavorano o che non studiano devono dimostrare di avere delle risorse sufficienti per vivere nello Stato membro ospitante in cui intendono restare. Senza il possesso di risorse sufficienti per vivere, lo Stato ospitante potrebbe, infatti, emanare un provvedimento di allontanamento (di fatto espellere) il cittadino europeo proveniente da un altro Stato membro.
Inoltre, lo Stato ospitante può negare l’ingresso di un cittadino europeo o espellerlo dal suo territorio quando questo rappresenta “una minaccia reale, attuale e sufficientemente grave”.
Altro diritto legato alla cittadinanza europea è quello del voto e della eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui si ha la residenza, alle stesse condizioni dei cittadini di questo Stato. In altre parole, un cittadino europeo può votare e candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui abita e risiede, anche se non ha la nazionalità di questo Stato. In pratica, un italiano che abita a Berlino ha il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali in Germania, può votare e candidarsi in Germania per l’elezione dei membri del Parlamento europeo.
Ad ogni modo, per quanto riguarda le elezioni europee, il cittadino ha la facoltà di scegliere tra il diritto di voto e di eleggibilità nello Stato membro di residenza e il diritto di voto e di eleggibilità nello Stato membro d'origine. Nel nostro esempio, il cittadino italiano può scegliere di votare in Italia.
Oltre a questi due importanti diritti, abbiamo anche quello alla protezione diplomatica e consolare, nonché il diritto di petizione dinanzi al Parlamento europeo e il diritto di rivolgersi al Mediatore che spetta ad ogni cittadino (art. 24 TFUE).
Torneremo su diritti parleremo nei prossimi video.

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