Il primo carro armato italiano la replica del FIAT 2000 del Museo di Montecchio Maggiore

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Il Fiat 2000 modello 17, è stato prodotto in due soli esemplari, uno fabbricato nel 1917 e l’altro nel 1918. Era un carro armato da 40 tonnellate, il più pesante della sua epoca si esclude il K-Wagen tedesco, il Kolossal Kampfwagen che di tonnellate avrebbe dovuto pesarane addirittura 120, ma che la Germania non riuscì mai a completare prima della fine della guerra.

Il Fiat 2000, oltre ad essere stato il primo carro armato progettato e realizzato in Italia, presentava anche alcune interessanti novità: era provvisto ad esempio di una torretta girevole, al pari del Renault FT francese. All’interno della torretta era alloggiato un cannone 65/17 - modello 1908/1913 - al quale earno stato applicate una serie di modifiche. Si trattava di un classico pezzo d’accompagnamento concepito per aumentare la potenza di fuoco delle unità di fanteria che il carro avrebbe dovuto supportare.

Inoltre, il Fiat 2000, era stato realizzato in modo che il vano motore fosse separto dalla dalla camera di combattimento che era in grado di ospitare ben 10 uomini.

Una vera fortezza mobile il cui armanento era completato da sette mitragliatrici Fiat Revelli, modello 1914 da 6,5 millimetri.

Le armi erano disposte in modo tale che ogni settore del carro fosse coperto contemporaneamente da almeno due mitragliatrici. Impossibile avvicinarsi non visti. Le Fiat Revelli spuntavano dai due lati e dai quattro angoli della casamatta.

Frontalmente il carro presentava una cabina corrazzata sporgente dove prendeva posto il pilota che, per la guida, disponeva di un’ampia apertura anteriore, protetta da uno sportello corazzato.

Sui due lati si aprivano altrettante feritorie chiudibili. In assetto da combattimento, con gli sportelli chiusi, il pilota poteva condurre il mezzo utilizzando un apposito periscopio. I mitraglieri, oltre alle aperture dalle quali spuntavano le sette Fiat-Revelli, disponevano anche di 8 feritoie con sportello, due sul retro e altre sei, aperte tre per ognuno dei due lati. Il cannoniere e il servente infine, si installavano nella torretta. Al carro si accedeva da una sportello aperto sul lato destro.

Il progetto del Fiat 2000 si ispirava a quello del carro d’assalto britannico «Little Willie» e fu sviluppato da Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa

Il carro era spinto da un motore a benzina, di origine aeronautica: un Fiat A12 da 21.200 cm³ a 6 cilindri verticali in linea, che era alloggiato nella nella parte posteriore del vano motore. Poteva erogare una potenza di 250 cavalli vapore a 1400 giri al minuto, cosa che permetteva al Fiat 2000 di viaggiare ad una velocità di 7,5 km/h. Il serbatoio era capace di 600 litri. Ma l’autonomia del mezzo si limitava a 75 km.

La fine della grande guerra raffreddò l’interesse per i carri armati. I due esemplari costruiti furono assegnati alla 1ª Batteria autonoma carri d'assalto di Torino. Ognuna delle due sezioni che la componevano, schierava un Fiat 2000 e 3 carri Reanult F.

Nel 1919, l’unità venne trasferita in Libia con compiti antiguerriglia. Uno solo dei due carri Fiat 2000 raggiunse però l’Africa prendendo parte alle operazioni nell’area di Misurata. Al termine di quella campagna non fu più fatto rientrare in Italia. Il mezzo, troppo lento e pesante, si era rivelato inutile per le lotta ai guerriglieri. Non si sa che fine abbia fatto.

L’altro esemplare, rimasto in Italia per condurvi sperimentazioni, confermò che una macchina di quelle dimensioni era troppo lenta e pesante per i teatri operativi della penisola. L’industria si orientò quindi verso la progettazione di carri più piccoli e veloci. Nacque il Fiat 3000.

Le ultime notize circa il secondo dei FIAT 2000 esistenti risalgono al 1936 quando il carro risultava utilizzato - sembra come monumento - all’interno della caserma Corrado Mazzoni di Bologna, che ospitava il 3º Reggimento fanteria corazzato.

La replica che vedete in questo video, conservata presso il Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore, nasce dalla volontà di un comitato formato da tre associazioni che, a partire dal 2017, si sono impegnate per il per il reprimento della documentazione tecnica necessaria a costruire una copia esatta e funzionante del mezzo. Le carte infatti erano conservate soprattutto all’estero.

Ultimata questa fase, la costruzione vera e propria del veicolo ha avuto inizio a Montecchio Maggiore nel novembre del 2018. I lavori sono stati promossi e seguiti dall’«Associazione Nazionale Carristi d'Italia», dall'Associazione «Cultori della Storia delle Forze Armate» e dall'Associazione culturale «Raggruppamento SPA».

La splendida replica presentata in questo è stata ultimata nel novembre del 2020 ed ora può essere ammirata presso il memoriale dei carristi allestito all’interno del Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore che vi consigliamo caldamente a visitare.

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