L'omicidio Matteotti - Ep.9 - Che senso ha parlare di Matteotti 100 anni dopo?

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Il nono e ultimo episodio della serie di Aldo Cazzullo «L'Omicidio Matteotti, 100 anni dopo» dedicata a Giacomo Matteotti, politico e antifascista, segretario del Partito Socialista Unitario rapito e assassinato il 10 giugno 1924 dai fascisti.

L’intuizione del segretario del Partito socialista fu quella di aver capito che il fascismo sarebbe stato la rovina dell’Italia. In questo senso, la Guerra mondiale non fu un impazzimento del Duce, ma l’esito naturale del fascismo. Essere antifascisti – spiega Cazzullo - non vuol dire essere comunisti. Lo stesso Giacomo Matteotti era un anticomunista. Era un socialista riformista come tanti che hanno preso il potere in Europa dopo la guerra: come Clement Attlee in Inghilterra, François Mitterrand in Francia, Felipe González in Spagna. Matteotti aveva intuito che il fascismo sarebbe stato fallimentare sotto ogni punto di vista: militare, politico, morale, economico. Dopo la Seconda guerra mondiale, i risparmi dei nostri nonni non valevano più niente. Il fascismo ha costruito case, ponti, ma due milioni di abitazioni sono state distrutte dai bombardamenti della guerra voluta da Mussolini.
Tra i partigiani c’erano sì partigiani di sinistra, comunisti, azionisti, anarchici, socialisti. Ma c’erano anche cattolici, moderati, liberali, monarchici e ragazzi di vent’anni che non sapevano neanche cosa fosse un partito ma che non volevano più combattere per Hitler e Mussolini. E rifiutarono di combattere per loro anche 600 mila prigionieri di guerra che scelsero di restare nei lager in condizioni durissime pur di non aiutare i nazisti. Sono gli «imi», internati militari in Germania. Così come ci sono i carabinieri della Resistenza, ci sono i militari, ci sono le suore, i sacerdoti, le donne, gli ebrei, i civili, i contadini. Mussolini provò a scippare il simbolo dell’aquila all’impero romano per costruire il suo impero, che però si rivelò di cartapesta. L'antico Ponte del Littorio, a Roma, su cui Mussolini aveva fatto apporre l'aquila in travertino, è intitolato oggi a Matteotti: perché alla fine, la partita tra Benito Mussolini e il suo avversario l’ha vinta la vittima, Giacomo Matteotti.

Guarda tutti gli episodi della serie qui:    • L'omicidio Matteotti, 100 anni dopo  
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