Verona Valpolicella - Negrar, San Peretto e San Vito

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Negrar - La Carta Lapidaria, del 1166, è un documento epigrafico, composto da 64 righe di testo in latino tardo, incise in caratteri maiuscoli romani con apporti di scritture onciali e caroline, che riferisce di un complesso contratto, con il quale l'arciprete Guizardo ed i confratelli della collegiata della pieve di San Martino riscattarono un censo annuale in denaro e in vino dovuta da tempo da alcuni cittadini veronesi.L'impostazione decorativa del campanile risente di elementi propri del linguaggio architettonico cittadino, esportato nella provincia a partire dal 1120 circa; l'articolazione della parete ricorda la torre campanaria della Basilica di Basilica di S. Zeno e, nell'area della Valpolicella, le analogie emergono con i campanili delle altre due importanti pievi di San Floriano e di San Giorgio Ingannapoltron.
Campanili di San Vito e San Peretto - Tale tipologia di cella campanaria è sinonimo di un linguaggio architettonico proprio del romanico maturo; secondo alcuni studiosi la datazione va ricondotta intorno al 1150, altri la spingono, invece, al XIII secolo.

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