Officine Editoriali #7 Salman Rushdie e Roberto Saviano

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Salman Rushdie e Roberto Saviano sono amici da tempo. Hanno in comune molto,
sicuramente una grandissima forza, che ha permesso loro di affrontare le difficoltà di una vita vissuta sotto il controllo di una scorta. Ma non è solo questo che li avvicina. C’è molto altro. Si sono da poco incontrati a Torino, durante il Salone del Libro, e abbiamo proposto loro di chiacchierare liberamente, senza filtri, per il piacere di farlo e la bellezza di scambiarsi idee, punti di vista, emozioni.

Quasi quaranta minuti di confronto, in cui i due scrittori spaziano sui temi più vari. A partire dal primo incontro con l’Italia per Rushdie, che è avvenuto quando era uno studente del college. Arrivato senza soldi, ha visitato prima Roma e poi Firenze. Le ha scoperte camminando, soprattutto Roma, grazie a una guida che proponeva tour della città da fare a piedi. Mentre a Firenze ha avuto la fortuna di incrociare un amico dell’università, che aveva qualche soldo in più rispetto a lui, e quindi si poteva muovere in auto. Un giorno, mentre si trovava seduto in una piazza a disegnare, vede la gente che si accalca attorno a una macchina e si rende conto che deve esserci qualcuno di famoso.

Era Monica Vitti, che aveva conosciuto attraverso i film di Antonioni e di cui era un grandissimo fan.
L’Italia ritorna nei racconti di Rushdie per gli autori letti e amati. C’è Calvino, di cui ha letto e riletto tutto. La dimensione magica che ritrova in romanzi come Il Barone rampante, Il Visconte dimezzato e Il Cavaliere inesistente non smette ancora oggi di incuriosirlo. Rushdie racconta di come abbia conosciuto Calvino a Londra e di come ne fosse terrorizzato quando gli ha chiesto di presentarlo nell’unico incontro pubblico che aveva programmato. Dopo quell’evento i due iniziano una bella e lunga amicizia. Dice Rushdie: “L’ho incontrato diverse volte, lui e la moglie Chichita. Era veramente gentile con me. E fu proprio lui a introdurmi al pubblico italiano scrivendo una grande e
bella recensione al mio romanzo I figli della mezzanotte. Due pagine su Repubblica”.
Anche Eco è un autore da lui molto amato, nonostante l’inizio del loro rapporto non sia stato dei più facili, anzi. Rushdie ha stroncato il romanzo Il pendolo di Facault, che non gli era piaciuto per nulla. Ma questo non ha impedito a due giganti come loro di diventare poi amici.

E si prosegue sui temi della musica, con il primo incontro a Manhattan tra Saviano e Rushdie per il concerto di Stevie Wonder, per spaziare poi dalla pittura, all’amore e alla vita vissuta sotto scorta.

Produzione: Jacopo Milesi
Coordinamento: Chiara Giorcelli, Chiara Ottolini
Regia: Claudio Sforza
Montaggio: Alessandro Freno

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