ISCHIA PONTE e CASTELLO ARAGONESE - HD

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© CLAUDIO MORTINI ❀
Ischia Ponte, denominato "Borgo di Celsa della Citta' d'Ischia" gia' dalla fine del 1300 per via delle piante che caratterizzavano il paesaggio, ha conservato il fascino e la suggestione del tipico borgo di pescatori. Questo luogo, custode dell'indimenticabile Castello Aragonese, e' stato il primo centro abitato del comune di Ischia ed e' stato lo scenario della Rivoluzione napoletana del 1799. E' fatto di palazzi e chiese, vicoli e balconate, scale e giardini. Un luogo ricco di storia ma pieno di contrasti: da una parte l'architettura nobile, e dall'altra quella povera, costituita dalle case dei pescatori. Ancora oggi Ischia Ponte conserva in gran parte l'aspetto di quando sorse tra il XVII ed il XVIII secolo, allorche' gli abitanti decisero di lasciare il Castello e di stabilirvisi.

Testimonianza storica della vita del borgo sono le sue chiese, alcune delle quali molto piu' antiche della chiesa di Santa Maria della Scala (le cui origini risalgono al 1309, anche se la sua costruzione ha richiesto 300 anni). In quest'ultima si conservano alcuni capolavori d'arte (per lo piu' provenienti dal castello) tra cui un fonte battesimale del XII secolo, e tra le sue mura sono passate generazioni illustri e vescovi famosi per santita' e fermezza. Ad Ischia Ponte ci si muove tra monumenti e folclore, storia e costume, in un percorso che guida il visitatore fino al Castello, superbo epilogo di una passeggiata indimenticabile.

IL CASTELLO ARAGONESE Dove 500 metri di profondità marina separavano la superficie del mare dagli abissi sottostanti, per effetto di uno dei tanti sconvolgimenti della natura che sollevano in mezzo alle onde le montagne, venne alla luce l'isola d'Ischia ed attaccato ad essa uno scoglio di forte roccia vulcanica, vero isolotto in mezzo al mare: "Ischia Minore".
Si erge tuttora a 115 metri d'altezza riassumendo l'età preistorica e quella storica dell'isola intera poiché alcuni tra i primi abitanti di cui ci narra la storia si insediarono e vissero proprio su questo scoglio tramutato in fortezza da Gerone, tiranno di Siracusa.

E' certamente uno dei più antichi e caratteristici castelli d'Italia. Circondato dai marosi che incessanti continuano ad accarezzarlo nei momenti lieti e a percuoterlo con ritmo assordante in quelli tristi, con i suoi lati dirupati, posto a custode e difesa dall'importante Napoli, fu rifugio sicuro per quanti vollero difendersi nei momenti di necessità e dimora tranquilla dalla quale scattare e depredare.
Nel XV secolo d.C. fu congiunto alla grande Ischia con un ponte di legno che nel corso degli anni venne sostituito con uno di pietra.
Fino alla metà del XV secolo si accedeva al castello da una scala esterna, di cui si può ancora intravedere qualche rudere dal mare, dal lato che dà su Vivara. Oggi, fortunatamente, è possibile raggiungere il castello anche con un comodo ascensore.

Si accede al castello percorrendo a piedi la galleria scavata da Alfonso I d'Aragona intorno al 1447, o a mezzo di un moderno ascensore. Giunti sulla sommità della rocca si visitano: la Chiesa dell'Immacolata (XVIII sec.) la cui cupola domina l'intero castello, il Convento delle Ciarisse con il suo cimitero (XVI sec.), i terrazzi panoramici del Convento e dell'Im-macolata che si aprono sul versante nord-occidentale, la Cattedrale dell'Assunta (XIV sec.) che vide nel 1509 le fastose nozze tra Ferrante d'Avalos e Vittoria Colonna, la Cripta della Cattedrale (XIV sec.) con affreschi della scuola di Giotto, la Chiesa di S.Pietro a Pantaniello (XVI sec.) dalla caratteristica pianta esagonale attribuita all'arch.Iacopo Barozzi detto il Vignola, il Sentiero del Sole, la Chiesa di S. Maria delle Grazie (XVI sec.), il terrazzo panoramico degli ulivi che si apre sul versante Orientale, le carceri politi-che (XVIII sec.) che ospitarono gli eroi del Risorgimento italiano. Si vedono inoltre dall'esterno il Maschio, gli Archi gotici di accesso all'Abbazia dei Basiliani di Grecia, i resti del Tempietto del Sole, i bastioni difensivi, le fucilerie e la piazza d'armi con la chiesetta di S. Barbara.

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