Renato Vallanzasca Storia Criminale di Milano

Описание к видео Renato Vallanzasca Storia Criminale di Milano

Renato Vallanzasca, Storia Criminale di Milano.
Autore di 4 sequestri e diversi omicidi, è stato condannato, complessivamente, a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione.
Capo della famosa Banda della Comasina da lui guidata , si scontrò spesso con la banda di Francis Turatello attiva in tutta Milano e a capo di numerosi traffici.
In poco tempo, grazie ai furti e alle rapine, Vallanzasca accumula ingenti ricchezze e inizia a condurre e ad ostentare un tenore di vita molto sfarzoso: Vestiti firmati, orologi d'oro, auto di lusso, bella vita e belle donne. È anche un ragazzo dotato di un aspetto particolarmente avvenente e affascinante, con un bel viso dagli occhi cerulei, e per questo viene soprannominato "Il bel René".
La prima interruzione nell'ascesa della carriera criminale de "Il bel René" avviene nel 1972 quando, una decina di giorni dopo una rapina ad un supermercato, viene arrestato dagli uomini della squadra mobile di Milano, all'epoca diretta da Achille Serra. Lo stesso anno gli era nato un figlio, Massimiliano.
Renato Vallanzasca viene incarcerato inizialmente a San Vittore, trascorrendo i successivi quattro anni e mezzo di prigionia con un unico intento: trovare un modo per evadere. Durante questo periodo si rende responsabile di vari tentativi d'evasione falliti, di risse e di pestaggi e partecipa attivamente anche a diverse sommosse di detenuti, che, durante questi anni, spesso agitano l'ambiente carcerario italiano. A seguito di ogni pestaggio, rivolta, o tentativo di evasione, viene deciso il suo trasferimento dall'istituto di pena in cui si trova: tutto ciò lo vede cambiare 36 penitenziari. Fino a che non escogita il modo per contrarre volontariamente l'epatite, iniettandosi urine per via endovenosa, ingerendo uova marce e inalando gas propano, con l'intento di essere conseguentemente ricoverato in ospedale. È da lì, grazie ad una vigilanza meno stretta e con l'aiuto di un poliziotto compiacente, che nel 1976 riesce nel suo intento di evadere.


Il monumento alla memoria dei due poliziotti uccisi il 6 febbraio 1977 presso il casello autostradale di Dalmine.
Dopo la fuga, durante la sua latitanza, Vallanzasca riesce a ricostituire la sua banda. Con essa mette a segno una settantina di rapine a mano armata che lasciano dietro di sé anche una lunga scia di omicidi, tra cui si contano quelli di quattro poliziotti, un medico e un impiegato di banca. Nel medesimo periodo avviene inoltre un'ulteriore evoluzione nell'attività criminale del gruppo, con il passaggio dall'esecuzione delle sole rapine, a quello dei sequestri di persona (saranno quattro, di cui due mai denunciati). Una delle sue vittime è Emanuela Trapani, figlia di un imprenditore milanese, che viene tenuta segregata per circa un mese e mezzo, dal dicembre 1976 al gennaio 1977, e quindi liberata dietro il pagamento di un riscatto di un miliardo di lire.

Una vita che passerà in carcere , è tutt'ora detenuto dopo 46 anni di carcere e non si vedono all'orizzonte sconti di pena o facilitazioni detentive nei suoi confronti.

Rimane nell'immaginario collettivo del tempo come il Bandito romantico , meno odiato dei suoi colleghi.

Комментарии

Информация по комментариям в разработке