La valle del Sele - Il museo di Oliveto Citra e Villa d'Ayala a Valva. Video di Maria Teresa de Vito

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Il Museo è allocato nel Castello Baronale del borgo di Oliveto Citra, arroccato sul promontorio calcareo del paese. Ospita il materiale cronologicamente diversificato proveniente dai siti archeologici del circondario, in particolare dalle necropoli (datate dalla fine dell'VIII al IV sec. a.C.). Sono esposti bronzi ( tra i quali bracciali ad arco inflesso ed orecchini a doppio filo e a spirale tipici della cultura di Oliveto --Cairano), buccheri e coppe a vernice nera di importazione, collane d'ambra, vasi a decorazione fitomorfa, pendagli costituiti da tre spiraline, decorate lateralmente, che dovevano ornare il velo portato dalle donne sul capo. Contatti con la cultura picena sono documentati dal rinvenimento di pendagli di bronzo, a forma di oinochoe e a forma di accetta.

Villa d'Ayala
La villa d'Ayala, detta castello, ha uno sviluppo planimetrico di circa 600 metri quadrati ed abbraccia la torre ed il contiguo cortile interno per una altezza massima di circa 20 metri per un totale di tre piani e un sottotetto. Il perimetro superiore del secondo piano e del sottotetto sono provvisti di merli e agli angoli sorgevano cinque torrette, crollate e demolite a seguito dei danni causati dal sisma del 1980. La Torre, denominata da alcune fonti Torre Normanna, è addossata al lato nord del Palazzo e rappresenta la preesistenza più antica del complesso. Il Parco della Villa, cui si accede da valle, in prossimità del centro del paese, si sviluppa per una misura compresa tra i 17 e i 18 ettari ed è interamente circondata da mura. Il suo disegno attuale è riconducibile ad una realizzazione del XVIII secolo e di quest'epoca presenta alcune caratteristiche tipiche. Il Parco si configura come un bosco ceduo misto, con una prevalenza di lecci, castagni ed aceri, di grande estensione e, come caratteristico dell'epoca, appunto, come bosco produttivo: esso è solcato da viali pressoché rettilinei ma che disegnano una scacchiera irregolare, dei quali alcuni ripercorrono i tracciati originali altri sono di epoca più recente. Il parco a funzione produttiva è poi caratterizzato da alcuni episodi verdi, laddove più forte emerge la traccia dell'intervento dell'uomo, che sono fondamentalmente i due giardini all'italiana, quello in prossimità dell'ingresso e quello di pertinenza del Castello, ed il Teatrino di Verzura. Tutto il parco risulta disseminato di arredi quali fontane, statue, piccole architetture; di estremo interesse è il sistema di caverne e canali, probabilmente risalente ad epoca romana e con funzioni di incanalatura delle acque, che attraversa il parco nella sua estensione

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