Bollette in fiamme: l’inverno più caro è una scelta politica

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Il gas costa e la guerra pure Le bollette di questo inverno parlano chiaro. Una famiglia milanese che vive in un appartamento di 70 metri quadrati in classe energetica G spenderà circa 1.403 euro per riscaldamento, cucina e acqua calda fino a marzo. È un aumento del 20% rispetto allo scorso inverno e del 68% rispetto al periodo pre-crisi del 2019-2020. A Roma, lo stesso appartamento costa 430 euro in più rispetto all’anno scorso. Anche a Palermo, nonostante il clima mite, le spese salgono fino a 420 euro per abitazioni più grandi.
La causa principale è il prezzo del gas, salito a 48 euro per megawattora, tre volte tanto rispetto al 2019. Un paradosso: gli stoccaggi sono pieni, i gasdotti lavorano al 42% della loro capacità, ma le famiglie continuano a pagare caro. Sono i costi della crisi geopolitica e di anni di ritardi sulla transizione energetica.
L’Italia paga il prezzo della sua dipendenza dal gas e di politiche inefficaci. La maggior parte delle abitazioni italiane è in classe energetica G o F, un’eredità che si traduce in bollette insostenibili. Matteo Leonardi di Ecco sottolinea: “Case poco efficienti e dipendenza dal gas costringono oggi le famiglie a pagare i costi del ritardo”.
Il risultato è davanti agli occhi: famiglie sempre più esposte e politiche incapaci di invertire la rotta. La stangata non è un imprevisto, è una condanna scritta tra le righe delle scelte sbagliate. Intanto nella Legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento, viene smantellato il sistema di detrazioni fiscali per l’efficienza energetica negli edifici. E fare cessare le guerre non sembra una priorità.

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