Nella scuola la poesia contemporanea è completamente assente. Più in generale, scarsa è la familiarità dello studente con la poesia, nei casi migliori limitata ai pochi autori canonizzati nelle antologie scolastiche. L’esperienza del laboratorio di scrittura poetica, perciò, può essere un mezzo attraverso il quale provare a colmare questo vuoto. Nel laboratorio lo studente impara a fare poesia, ponendo al centro dei singoli incontri non i contenuti, gli autori o le correnti, ma le metodologie e le tecniche. Senza pretendere – è ovvio – di forgiare degli autentici poeti, ma valorizzando la creatività come insopprimibile strumento espressivo.
Si parlerà di:
Il vuoto di poesia nella scuola. L’approccio alla poesia nella scuola è quello tradizionalmente storicistico, specialmente al triennio, e, sul piano metodologico, quello della lezione frontale. Gli studenti sviluppano una scarsa familiarità con la poesia, concentrandosi al massimo su qualcuno degli autori canonizzati e ignorando completamente gli autori contemporanei.
Il senso del laboratorio di poesia. Il laboratorio di poesia rappresenta un tentativo di avvicinare gli studenti alla poesia dal di dentro. La letteratura, così, diviene non un mero oggetto di studio, ma un qualcosa che si vive, che «si fa».
Creatività e spontaneismo. Creatività non è sinonimo di spontaneismo, come talvolta si è creduto nel passato. La creatività segue una precisa logica, o addirittura una «grammatica» (per riprendere il titolo di una notissima opera di Gianni Rodari), tanto da potersi inserire in un percorso organico, progressivo e guidato.
L’approccio esperienziale. Ogni incontro del laboratorio è dedicato a una tecnica o a una metodologia ed è diviso in due parti. La prima spiega la tecnica o la metodologia e mostra alcuni esempi degli autori di ogni epoca che hanno utilizzato queste tecniche nelle loro opere. Ma la parte propriamente esperienziale è la seconda: i partecipanti costruiscono poesie di loro invenzione, in cui si usano le tecniche del linguaggio poetico spiegate nella parte precedente.
Il vincolo formale. Gli incontri sono dedicati ciascuno a un genere letterario caratterizzato da regole precise o a una tecnica diversa (metrica, linguistica o retorica), che verrà valorizzata rispetto al senso del testo.
L’approccio ludico. La poesia è proposta come un gioco, non come un compito, ed è svincolata da criteri di ordine valutativo, o almeno di ordine valutativo tradizionale.
Valutare il processo, non il risultato. Più che al prodotto finale, si guarda al processo creativo e alla crescita complessiva dei mezzi espressivi. Lo studente viene messo in grado di sperimentare approcci più liberi al linguaggio poetico, senza la paura di «sbagliare» (e di prendere un brutto voto), il che può portarlo a scrivere prodotti grigi e conformistici, modellati spesso sulle attese e sulle idee del docente.
Approccio eclettico. Anche se il laboratorio dà un rilievo maggiore agli spunti italiani novecenteschi e contemporanei, ogni apporto è valido: la poesia medievale (anche Dante nella Commedia usa gli acrostici, ad esempio) o comunque la poesia del passato (il coro manzoniano Dagli atri muscosi, dai fori cadenti offre un esempio molto efficace di uso del ritmo nel verso), la poesia straniera (l’americano Carver o il caraibico Walcott possono costituire un esempio di poesia narrativa), la canzone (si guardi all’uso delle parole sdrucciole in Bella senz’anima di Riccardo Cocciante o in Occidentali’s karma di Francesco Gabbani), la trap o il rap (molti brani di Caparezza offrono notevoli calembours), ecc.
Relatore
Leonardo Rossi insegna lettere italiane e latine nei licei statali. Allievo di Luca Serianni, all’attività d’insegnamento ha costantemente affiancato quella di autore e consulente editoriale e di studioso della lingua e letteratura italiana. Ha al suo attivo collaborazioni e pubblicazioni con Salerno editrice, Libri Scheiwiller, Società Dante Alighieri, Bruno Mondadori, Le Monnier, Utet, Einaudi scuola, la rivista «Limes. Rivista italiana di geopolitica», l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani. L’ultimo lavoro uscito è Dalla parte di Aue. Una lettura delle Benevole di Jonathan Littell (Il Convivio, 2021).
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