Il capitolo 2, intitolato "La mia storia", è un racconto autobiografico che descrive la crescita dell'autore in un ambiente suburbano americano del dopoguerra, caratterizzato da un "deserto culturale". L'autore critica le "innovazioni miracolose" dell'epoca come la televisione, i parti medicalizzati e il cibo in scatola, che hanno contribuito a disumanizzare la società. La televisione viene descritta come una droga che mantiene le persone in uno stato di perenne desiderio e deconcentrazione, privandole del rapporto con sé stesse e rendendo intollerabile il presente. L'esperienza scolastica dell'autore è presentata come un luogo di noia e frustrazione, dove la sua passione per la musica è stata soffocata da un'educazione che non teneva conto delle inclinazioni naturali dei bambini. La scuola viene descritta come un "nastro trasportatore", dove gli studenti venivano privati della gioia dell'apprendimento e costretti a concentrarsi su argomenti che non interessavano loro.
L'autore ammette di essere stato uno studente demotivato, che sognava a occhi aperti durante le lezioni e si rifugiava nella televisione e nel cibo per sfuggire alla realtà. Nonostante le difficoltà scolastiche, l'autore dimostra un grande talento per il pianoforte, che diventa il suo unico modo per ottenere riconoscimento e ammirazione da parte dei coetanei. Suonare il pianoforte era il suo unico modo per sentirsi degno di considerazione, un talento che mascherava la sua disperazione e la sua scarsa autostima. Il suo repertorio iniziale era costituito principalmente da sigle televisive, colonne sonore e musica pop, con una limitata esposizione al jazz.
L'ammissione alla Manhattan School of Music segna un punto di svolta, rivelando la competitività e l'impegno richiesti nello studio della musica classica. La consapevolezza di non essere un individuo speciale come credeva, lo porta a sentirsi un impostore. Il suo umore oscillava tra l'estrema fiducia e la disperazione nel confrontarsi con altri pianisti più bravi di lui, arrivando a desiderare di morire.
La successiva iscrizione alla Berklee College of Music rappresenta un nuovo inizio, dove trova altri "disadattati" come lui e sperimenta i primi successi scolastici grazie alla sua passione per l'improvvisazione jazz. A Berklee, l'autore inizia ad apprezzare il jazz e i suoi grandi interpreti e comincia a cercare la sua individualità musicale.
In seguito, l'autore incontra Madame Chaloff, una figura leggendaria che gli insegna il "segreto della musica", concentrandosi sulla naturalezza dell'esecuzione e sull'importanza di "vincere la gravità" con le braccia mentre si suona. L'esperienza con Madame Chaloff evidenzia il legame tra spirito e musica, ma l'autore ammette di non essere ancora pronto per la sua lezione.
Un'esperienza importante è l'incontro con João Assis Brasil, che lo introduce a un metodo di esercizio basato sulla gentilezza verso sé stessi e sulla concentrazione in brevi periodi di tempo. L'incontro con João, che aveva vissuto difficoltà simili alle sue, e l'esercizio di suonare le cinque dita una dopo l'altra per brevi periodi, lo aiutano a superare la pressione e la disfunzionalità che lo avevano sempre ostacolato. La sorprendente esperienza di suonare in modo naturale e spontaneo dopo solo sei giorni di questo esercizio lo convince dell'importanza di lasciar andare l'ego e di affidarsi al proprio talento naturale.
Il capitolo termina con l'affermazione che la società occidentale è ancora lontana dal comprendere le aspirazioni dello spirito, e che molti musicisti sono schiavi del proprio ego, non sapendo cosa sia veramente la musica.
Buon ascolto...
Timeline Capitolo 2:
Titolo: "La mia storia"
00:00
Paragrafo 1: "Torpore a Long Island"
05:27
Paragrafo 2: "Noia a scuola"
08:45
Paragrafo 3: "Il ragazzo più popolare"
11:07
Paragrafo 4: "Miles chi?
12:16
Paragrafo 5: "Disperazione alla Manhattan School of Music"
14:14
Paragrafo 6: "Un nuovo inizio"
16:19
Paragrafo 7: "Madame Chaloff"
16:47
Paragrafo 8: "Joao Assis Brasil"
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