Che relazione hai con il piacere?

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Che relazione hai con il piacere?

Che cosa è il piacere? Che relazione abbiamo con il piacere?
Il piacere è lo scopo ultimo, a livello sia umano che spirituale, a cui ogni essere umano tende. Ma se come esseri umani tendiamo al piacere e lo ricerchiamo, perché non riusciamo a provare vero piacere?

Vi sono degli ostacoli che ci impediscono di raggiungere il piacere e il primo tra tutti è un conflitto interno, per lo più inconscio, tra la paura del piacere e la sua ricerca smodata.
Nella lezione a cui ci riferiamo nel video (lezione numero 177 da Il sentiero di Eva Pierrakos https://www.bibliotecadelsentiero.org...) il piacere è descritto come una “condizione di felicità fisica e spirituale che si prova con ogni singola particella del corpo e dell’anima, dell’essere interiore e di quello esteriore, attraverso un sentire che ha tutti i canali e la facoltà aperte, vive e all’erta. Questa condizione è proprio qui e adesso.”
Il piacere infatti unisce tutti i livelli: quello spirituale e fisico, quello della mente e delle emozioni.

Spesso però noi abbiamo paura del piacere. Da cosa deriva la paura? Dalla perdita di controllo: quando provi piacere devi mollare il controllo e non possiamo provare piacere finché siamo nella mente. Il piacere vero richiede un atteggiamento mentale rilassato, richiede presenza e raccoglimento. Finché c’è la frenesia di ‘dover’ provare piacere non sarà possibile farlo.
Un elemento di confusione che ci impedisce di provare piacere può essere legato al fatto che viviamo il piacere come assenza di negatività, di emozioni spiacevoli, momenti difficili della vita. Cerchiamo di superare questi momenti attraverso la ricerca del piacere fittizio, che leghiamo a condizioni esterne a noi.

Altri impedimenti sono legati alle nostre convinzioni sul piacere:
• Non merito di provare piacere
• È sbagliato provare piacere
• Il mio piacere danneggia gli altri
• Provare piacere non è da persona responsabile
• Provare piacere è contro la spiritualità.
Con queste convinzioni inconsce diventa impossibile per noi provare vero piacere. E aumenta la nostra paura, la volontà egoica e l’orgoglio.

Un altro ostacolo è la tendenza a deresponsabilizzarci, cioè dare la responsabilità all’altro, all’esterno, del nostro piacere. Ma se lo cerchiamo fuori non possiamo trovarlo. È nel nostro centro interiore che regna il vero piacere.
In questa prospettiva, anche i momenti difficili diventano catalizzatori per il piacere. Per raggiungerlo è necessario “Rimanere calmi anziché combatterlo (il dolore) con sotterfugi, negatività, giochetti, ruoli e finzioni, proiezioni e fughe. Osservatevi veramente. Alla fine, e in modo sempre maggiore, si sbocceranno davanti a voi il piacere e la capacità di rimanere in una condizione di piacere. Voi ne diventerete parte integrante”.
Quando siamo allineati con noi stessi, smettiamo di incolpare la vita e gli altri, ci prendiamo la responsabilità della nostra vita, quando smettiamo di condizionare e vincolare ciò che proviamo e sentiamo, allora avremo la possibilità di superare questi impedimenti e provare davvero piacere.

E tu, che relazione hai con il piacere?
Fammi sapere nei commenti,
Antonio

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