Santa Rusalia a la Quisquina - 1° episodio

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Santa Rusalia a la Quisquina - la storia cantata della Santuzza eremita.

Il testo della “cantata” intitolata Santa Rusalia a la Quisquina, rigorosamente in lingua siciliana, riassume a grandi linee il periodo che la nostra Santa Patrona ha vissuto nella grotta presso il bosco della Quisquina. La «cantata» che si compone di quattro episodi e che chiude con il brano "a lu scurari", è stata scritta traendo spunto dai racconti popolari che una volta si narravano ai bambini la sera, prima di metterli a dormire.
Le immagini delle diapositive sono tutte inedite e le ho realizzate personalmente con l'AI (intelligenza artificiale).
Rosalia Sinibaldi, normanna di nobili origini e cresciuta alla corte di Palermo, viene promessa in sposa al cavaliere Baldovino.
Una mattina le appare il volto di Gesù Cocifisso riflesso nello specchio, “Ma lu specchiu ‘na matina a Cristu ‘n Cruci riflittiu; La Rosa Profumata s’innammurà di Diu” e da quel giorno decide di ritirarsi in convento e non sposare più il suo promesso. Qualche tempo dopo abbandona Palermo e trova rifugio in una grotta situata nei possedimenti del padre, presso Santo Stefano Quisquina.
Rusalia dici a so patri: “Nun mi vogliu maritari; Lu me sposu è Gesù Cristu sulu a iddu vogliu amari. Ora lassu li ricchizzi, lu castellu e la famiglia; di la Vergini Maria mi fazzu figlia”; Mi ‘ni vaiu a la Quisquina, c’è ‘na grutta all’ummirata; ‘Dda mi pozzu ritirari; Pì prigari e pì ‘ncuntrari lu Signuri
(Rosalia dice a suo padre: “Non mi voglio sposare; il mio sposo è Gesù Cristo ed è solo Lui che voglio amare; Vado alla Quisquina, c’è una grotta adombrata; Lì potrò ritirarmi per pregare e per incontrare il Signore)

Testo: Giuseppe Capobianco
Musica & Voce: Giuseppe Capobianco
Mixing: Giuseppe Capobianco

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