Questa sera si recita Molière | Dramma da ridere in due atti

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Questa sera si recita Molière - Dramma da ridere in due atti (2003), Rossi veicola forti riferimenti all'attualità all'interno di un'antica recita di guitti della commedia dell'arte, che rielaborano a modo loro scene tratte da una commedia di Molière.

Con "Questa sera si recita Molière", Paolo Rossi si tuffa in un altro funambolico tentativo di fare un teatro aperto, popolare, recitato non al pubblico, ma con e per il pubblico. Un teatro che fonda le proprie ragioni nella tradizione ma che parla di oggi, perché quegli uomini e quelle donne, imparruccati, stretti negli abiti del ‘600, pieni di pizzi e merletti e cerone, non sono poi così lontani dagli spettatori che si incontrano tutti i giorni nei teatri.

Così Paolo Rossi "spiega" cos'è questo spettacolo: "...consentitemi una precisazione confusa: a dirla tutta non lo so come sarà questo spettacolo, perché è in progressione, è un cantiere aperto, e forse lo resterà per le prime 1.000 repliche. Noi per ora proviamo con l’invisibile, che poi è il pubblico: non conosciamo ancora la combustione che avverrà una volta che rappresenteremo lo spettacolo con loro. La reazione del pubblico sarà fondamentale; nelle prime 15 repliche (e in verità anche in tutte le altre) il pubblico collaborerà alla stesura dello spettacolo. L’unica cosa che so è che qualche giorno prima dell’inizio delle prove ero in aereo e ho incontrato un francese che cercava di leggere un nostro quotidiano per districarsi nella nostra complicata situazione; sentendomi parlare con la hostess, il francese con estremo candore mi chiese: "Lei che è italiano, mi spieghi una cosa: Come è possibile che si sia arrivati a tutto questo?" Gli ho detto che ero slavo perché non sapevo cosa rispondere. Ma la domanda è rimasta, ed è da lì che siamo partiti nelle prove. "Com’è possibile che siamo arrivati a tutto questo? A delegare a rappresentarci persone così piccole? Ad essere così gretti, avari, ipocriti, tartufeschi, finti intellettuali, ridicoli e preziosi, misantropi, dongiovanneschi, omologati, borghesi non gentiluomini, malati per finta e per davvero, storditi?" Da qui parto e cerco spiegazioni anche per il viaggiatore francese; ma non chiedetemi subito la risposta, sennò anche a voi dico che sono slavo. "

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